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Visualizzazione dei post da febbraio 16, 2025

Eroi e no

La Storia aveva conservato una delle più belle pagine solo per lei: per il presidente del Governo italiano. E lei ci ha sputato sopra.  Avrebbe potuto seguire il sentiero tracciato da Mario Draghi, riaffacciatosi sulla scena in difesa del Continente sotto attacco, e diventare così la prima promotrice di quello Stato Federale Europeo la cui gestazione non è mai stata tanto necessaria e urgente. Ma ha preferito reggere il moccolo ai due fidanzati dell’anno: il criminale Trump e il criminale Putin, nella speranza di riuscire ad arraffare qualche briciola caduta da quel tavolo dove i due si spartiscono il mondo.  Garibaldi non esitò un istante nell’anteporre la costruzione dello Stato Italiano ai quotidiani interessi della sua città natale, Nizza, svenduta ai Francesi da quel medesimo Cavour che di uno Stato Italiano s’era fatto promotore. Ma è stato grazie a quella sofferta rinuncia che l’Eroe dei Due Mondi di pagine sui libri se n’è conquistata più d’una.   Allo stesso mo...

La pace dei lupi

La «pace» di Trump e di Putin spiegata alle anime belle.  La pace è la fine concordata di uno stato di guerra. Per giungere ad uno stato di pace è dunque indispensabile che sia in atto una guerra. La guerra è quella che si fa tra due vicini di casa per metter fine a un bisticcio sul pianerottolo, sia pur degenerato in altri reciproci dispetti.  Quando è invece il tuo vicino quello che demolisce col martello pneumatico il muro divisorio che separa il suo dal tuo appartamento, si impadronisce di alcune stanze e minaccia di far il medesimo con le restanti, mentre già volge bramoso lo sguardo sulle case vicine, non si si può più parlare di bisticcio, di «guerra», ma di violazione di domicilio, danneggiamenti ed occupazione abusiva della proprietà altrui.  Se poi il vicino rincara la dose sostenendo che sei stato tu con le tue stesse mani, non certo lui, ad abbattere quel muro – sebbene dai palazzi vicini chiunque abbia potuto vedere la polvere sollevata dal motopicco e sentir...

Una macchia nella Storia

Il regalo che il Pannocchia ha fatto al mondo occupando con le sue barbariche truppe i posti chiave a Washington, per poi da lì minacciare il mondo come neanche un Charlie Chaplin saprebbe raccontare in un eventuale Grande Dittatore Parte Seconda, è stato quello di farci rivalutare la Monarchia rispetto alla Repubblica! Compratasi (a poco prezzo) la Russia e già in affari con la Cina, la sola forza armata in Occidente in grado di contrastare la neonata dittatura trumputiniana sembra essere la Gran Bretagna, che regna con successo non soltanto in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda, ma anche in Australia, Canada e Nuova Zelanda, senza scordare Antigua e Barbuda, Bahamas, Belize, Giamaica, Grenada, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu.  Ma anche a voler restare nei più ristretti confini dell’Unione Europea, la monarchia spagnola ha fatto passi da gigante: la ricchezza cresce e le città non sono mai state così ord...

Amici e nemici

Mentre i vari pezzi vanno rapidamente posizionandosi sulla scacchiera, in vista dello scontro finale, colpisce la non inedita alleanza dei più forti contro i più deboli.  Da un lato si va delineando la triade Trump, Putin, Xi-Jinping (tre dita su tre pulsanti nucleari, impossibili da premere ma più che sufficienti per impaurire il mondo), dall’altro i loro nemici: quelli (almeno) non ancora vendutisi al vincitore.  Quel che accomuna i tre nemici è l’innata vigliaccheria, insieme all’avidità e alla sete di sangue. Lupo non mangia lupo: preferisce l’agnello, meglio ancora se piccolo e incapace di reggersi in piedi, ed attacca in branco.  Quel che accomuna gli agnelli è invece il desiderio di vivere in pace, insieme alla naturale debolezza, privi come sono di corna, di zanne o di artigli, e persino di qualcosa che possa anche lontanamente somigliare ad un debole ruggito.  Individuato e definito lo scompigliato terzetto dei lupi, non resta che metter su carta la lista de...

Fatevi del male

Ad un mese esatto dall’insediamento in quella Casa grazie a lui non più così Bianca, l’autarca guerrafondaio degli Stati Disuniti d’America ha già dichiarato guerra alla Gran Bretagna e alla Danimarca, per non parlar di Panama e degIi Stati Uniti del Messico. Sul capo di un’imbelle e disarmata Unione Europea ha poi scaricato per interposto scherano una sgrammaticata sequela di provocatori insulti , aizzando nel contempo contro il vecchio Continente il resuscitato Mostro di Mosca, fino a quel momento snobbato e deriso per la rozza e manifesta impotenza. Giuda Iscariota, posto accanto al nuovo impeperito Pannocchia, farebbe la sua porca figura.  Entrambi hanno incassato i trenta denari, ma Giuda s’è scelto quanto meno come avversario un Dio, mica il presidente per sbaglio di uno Stato disarmato ventotto volte più piccolo della Russia. Un presidente che comunque, sdegnando la facile e appetitosa via della fuga verso i mari dei Tropici, ha eroicamente preferito restare per difendere in...

Ragione, unica religione

Ancora una volta la Ragione, disarmata, si ritrova davanti la Stupidità. Armata fino ai denti.  È un ritorno all’età precristiana, prima ancora che all’epopea nazionalsocialista. Quando ogni Barabba trovava giustificazione nell’acclamazione del popolo e gli oppositori finivano crocifissi con processi farsa, armati di nient’altro che del loro pensiero e delle loro parole.  L’America ha scelto Barabba, e Barabba ha chiamato a raccolta i malvagi del mondo, armati fino ai denti, e a trascinar la croce sul Calvario è oggi la debole e disarmata Unione Europea, insieme alla (assai) meno debole e (assai) meno disarmata Gran Bretagna. Minacciata la prima sul suo territorio e nel reame danese della Groenlandia; la seconda nel reame britannico del Canada così come nei possedimenti oceanici, sotto il tiro della Cina.  L’idea dei nuovi Barabba è semplice, così come semplici sono le loro connessioni neuronali: il mondo è una torta da dividere in tre, tagliandola di netto su tre meridia...

Sotto assedio

È una dichiarazione di guerra in piena regola, quella che il vicepresidente USA James David Vance ha sbattuto in faccia all’Unione Europea nel corso del suo intervento, due giorni or sono, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera.  Mentre serviva in tavola il piatto bell’e cucinato di una sedicente pace in Ucraina, senza svelarne gli ingredienti ma giusto il nome dei cuochi (i rappacificati amanti Trump e Putin), riservando a Zelensky il più umile ruolo di condimento, J.D.Vance ha puntato il dito contro l’Unione accusandola di essersi «ritirata da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America». Quasi fosse stata l’Unione a deviare dalla propria rotta, nelle ultime settimane, e non – com’è sotto gli stralunati occhi di tutti – gli USA di Donald Trump. Per sostanziare tale premessa, già errata in partenza, Vance ha condannato con veemenza l’annullamento del risultato elettorale in Romania (manifestamente truccato dai servizi russi e c...