Nato in terra d’Israele da padre americano (Donald Trump) e madre arabo-saudita (Mohammad Bin Salman), l’attacco al malguidato Iran di Alī Ḥoseynī Khāmeneī è un insidioso sentiero obbligato tra le pareti di un canyon non dissimile dai tanti che la Storia ama sparpagliare lungo i secoli. Chiunque può intravederne i pericoli, nessuno può ignorare la stringente necessità di attraversarlo. Al più breve e con il minor danno possibile. Se Satana mostra di preferire la bomba all’idrogeno al biblico forcone, il dovere dei buoni è quello di fermarlo, scontrandosi con quei malvagi intenti invece a proteggerlo. Visto dall’Italia, l’Iran non è che un Paese produttore di petrolio – risorsa destinata prima o poi ad esaurirsi – dove un manipolo di terroristi armati scalzò a suo tempo dal trono lo scià di Persia (1979) per poi spartirsi tra compari il ricco bottino, innestando in tutto il Paese una possente marcia indietro in direzione dell’alto medioevo. Come in ogni dittatura armata, anc...
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.