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Visualizzazione dei post da marzo 2, 2025

Sulla Diciotti, quel Duemiladiciotto

Reazioni sconcertanti, da parte del governo italiano, alla sentenza con cui la Corte di Cassazione riconosce un diritto al risarcimento per quei 177 naufraghi eritrei salvati al largo di Lampedusa e trattenuti illegalmente a bordo – dal 16 al 25 Agosto 2018 – di un mezzo della Guarda Costiera Italiana (nave Ubaldo Diciotti) dopo l’approdo nel porto di Catania.  Sconcertanti non solo perché la responsabilità del misfatto ricade comunque su un precedente governo di opposti orientamenti politici ma, soprattutto, per la quantità di ingiustificate (e ingiustificabili) panzane espresse in merito da parte dell’attuale potere esecutivo.  Il presidente del Consiglio ha dichiarato che: «Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti [ falso: immigrati ancora non lo erano, non avendo superato alcun controllo di frontiera, irregolari tampoco, sempre per via dei mancati controlli. Tecnicamen...

Tra finzione e realtà

Non stupitevi nel vedere come – in un mondo che si appresta a schierarsi sempre più nettamente su fronti ben distinti – gli Stati Europei si ritrovino ancora una volta l’un contro l’altro (verbalmente) armati.  Non vergognatevi se gli stessi governi europei, al pari dei partiti che li animano, colgono ancora una volta l’occasione per spaccare ogni capello in quattro. Possibilmente in otto.  Guai a scordarsi che le ideologie di buona parte del mondo sono nate in Europa.  Tutte. E tutte han lasciato visibilissime tracce.  Qui è nata la Rivoluzione liberale, qui il Capitalismo, qui il Comunismo, qui il Fascismo, qui l’Imperialismo, qui il Colonialismo, qui l’Età Industriale, qui le rivendicazioni sindacali. Persino la conquista dello Spazio e l’arma nucleare, per quanto partorite in USA, portano il DNA dei loro genitori: Italiani e Tedeschi in fuga dalle persecuzioni nazifasciste.  Perché dunque meravigliarsi se l’Europa finisce poi col riprodurre in miniatura, nel...

Diverse Europe, una sola Difesa.

La cattiva notizia è che tanto gli USA (da qualche settimana) che la Russia (da qualche mese) han dichiarato informalmente guerra agli Stati Europei e, quotidianamente, alzano la voce e aggiungono minacce su minacce.  La buona notizia è che – nella spartizione del pianeta che USA, Russia e Cina intendono portare avanti – l’Europa rappresenta il bottino: il grosso del bottino. E neppure il più stupido tra i ladri (e questi, stupidi lo sono per davvero!) si sognerebbe di distruggere il malloppo dopo aver tanto faticato per impadronirsene. La prima (cattiva) notizia impone di rafforzare comunque le difese di un’unione di Stati altrimenti inerme. Sia per l’indebolimento (se non la vicinissima fine) della NATO, sia perché impediti dai Trattati di disarmo del 1947 (Germania e Italia), sia perché privi di moderni armamenti nucleari (tutti i Paesi membri, con esclusione della sola Francia).  La seconda (buona) notizia, che dipinge l’Europa come una montagna d’oro zecchino racchiusa t...

Una pace «giusta»?

Una pace c’era già, in Ucraina, prima che la Russia di Putin gliela rubasse.  La questione non è, dunque – come le anime belle sostengono – chi e come debba trattare, negoziare, adoperarsi, ottenere, raggiungere la pace.  La pace, in Ucraina, non va «raggiunta»: va più semplicemente «restituita». Ed il solo che può restituirla è quel ladro che l’ha sottratta con la forza. Ossia Putin. Lui e soltanto lui. Non i suoi ultimi e penultimi simpatizzanti: si chiamino essi Trump, Musk, Conte o Salvini. In luoghi e tempi normali, chi si ritrova vittima di un furto chiede aiuto alle forze dell’ordine. Forze di polizia alle quali il capo dello Stato demanda il potere di acciuffare i ladri.  Quando invece una nazione ne ruba un’altra, nessun organismo ha il potere di dar la caccia al ladro, perché non esiste una «polizia del mondo». Esistono (esistevano) delle organizzazioni internazionali, come l’ONU, che han per scopo quello di offrire a nazioni altrimenti nemiche una tribuna dalla...

Whisky and Soda

Occhio al bicchiere. L’America dei cowboys era l’America del whisky and soda : alcol quanto basta per mostrarsi uomini duri, ma generosamente allungato con acqua frizzante.  Molto abbaiare, poco mordere.  In Europa si bevono grappa, brandy , cognac , e chi beve birra lo fa alla giusta gradazione. E quando invece è whisky , è di quello vero. Di una varietà ed una qualità tale da poter dire che, nel vecchio Continente, da quel che c’è nel bicchiere è facile tratteggiare il particolare carattere di chi lo beve. Il whisky and soda ricorda invece le pistole di quei  cowboys ubriachi che, su cento colpi, novantanove eran sparati in aria. Giusto per far cagnara. Come quando, a Capodanno, chi è nato ai piedi del Vesuvio si diverte scaramanticamente a sfidarlo sparando per aria tutto quel che c’è di sparabile. E pazienza se anche in quelle occasioni, come in Texas o in Arizona, qualche volta ci scappa il morto.  Il whisky and soda è una metafora dell’America. Due opposti ...