Ancora una volta pare annullarsi la distanza che separa i tre poteri dello Stato, costituzionalmente obbligati a marciare affiancati, sebbene ciascuno sulla propria corsia, e già giunge all’orecchio il fastidioso stridore delle lamiere che si sfiorano. Chi ha oltrepassato la linea bianca? Il carro armato del Governo, l’autobus del Parlamento o la gazzella della Magistratura? Come in ogni incidente che si rispetti, tutte le colpe son sempre dell’altro. È la Magistratura ad aver invaso il terreno della «politica», ossia del Parlamento e del Governo? O è il Governo, uso a debordare sulla parte di strada riservata al Parlamento, a contendere ad esso il diritto di scrivere le leggi? O è ancora il Governo ad invadere la corsia riservata alla Magistratura, nell’intento di piegarla ai propri non sempre limpidi voleri? Certo ad oltrepassare quella linea non è stata la Magistratura, quando per mano del giudice di Catania Iolanda Apostolico ha sollevato una questione di incostituzionalità circa
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.