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Visualizzazione dei post da settembre 15, 2024

Grillizzare Calenda

Stizzito.  Costretti a riassumere in un solo aggettivo l’atteggiamento (nel politichese alla moda: la «postura») mostrato da Calenda di fronte al saluto (romano?) di tre recenti acquisti del peso di Gelmini, Carfagna e Versace, il termine che vien subito alle labbra non è affatto «moderato», ma proprio «stizzito».  E in quell’aggettivo sta tutto il segreto dell’indiscusso insuccesso di Azione e del suo leader.  Un vero moderato, davanti a un collaboratore che gli comunica di voler lasciare l’azienda per accettar la proposta di una ditta concorrente, forse nell’immediato meno vantaggiosa ma più consona alle sue aspirazioni, come prima cosa cerca di comprendere i motivi di tanto malessere, quindi avanza qualche proposta migliorativa nell’interesse di entrambi. Infine, se non accolte, porge la mano a chi si è comunque per un certo tempo speso al suo fianco, augurandogli di trovar maggior soddisfazione nel suo nuovo impegno.  Un sedicente moderato come Calenda, invece, che fa? Pesta con fo

Confini & Salvini: sette infinite panzane

1. Il ministro ha impedito lo sbarco dei naufraghi per proteggere i confini dell’Italia.  Falso. Sbarcare in banchina non significa varcare i confini dell’Italia, come ben sa qualsiasi crocerista o chiunque scenda dalla scaletta di un aereo.  Per entrare in Italia occorre oltrepassare la barriera doganale, là dove un ministro efficiente effettua uno scrupoloso controllo dei documenti personali e dei visti d’ingresso. Nessuno avrebbe dovuto impedire di toccar terra ai naufraghi raccolti in mare, fermo restando che l’eventuale ingresso in Italia sarebbe stato consentito solo se in possesso dei requisiti indicati dall’art. 5 della Convenzione di Schengen. O in virtù di possibili permessi umanitari in deroga concessi di propria iniziativa dallo Stato italiano, come da comma 2 del medesimo articolo.  2. Un ministro è eletto dal popolo.  Falso. Il popolo elegge i membri del Parlamento: carica rappresentativa e non retribuita. I ministri non sono eletti da nessuno, ma nominati dal Capo dello