Le prime pagine dei giornali, sotto Ferragosto, si scrivono quasi da sé. La stitichezza di notizie, tra istituzioni ed agenzie di stampa chiuse a morto, lasciano spazio a gossip , ricette culinarie e paginoni paraculturali: illustri sostituti delle notizie salvacolonne di un tempo, dal vitello a due teste inaspettatamente partorito in qualche impronunciabile provincia cinese ai consueti avvistamenti di astronavi aliene accortamente mimetizzatesi sotto piogge di stelle cadenti. Quest’anno l’agostana sorte ha baciato in fronte il medagliatissimo generale Roberto Vannacci, già comandante in Afghanistan, quindi capo delle brigate paracadutisti «Col Moschin» e «Folgore», poi ancora in missione in Somalia, Ruanda, Yemen, Bosnia, Libia, Iraq, e solo da tre mesi al comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. Incarico, quest’ultimo, revocatogli in data 18 Agosto su disposizione del ministero della Difesa. Cinquantacinquenne, alle soglie di una pensione che per i militari giunge semp
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.