Colto di sorpresa! Forse il cazzar di tutte le Russie si attendeva che fosse Amadeus a recapitare a Zelensky un telegramma di Biden, mentre tappezzava Mosca e Pietroburgo di manifesti patriottici in vista delle celebrazioni per le eroiche azioni dell’Armata Rossa – alimentata a vodka – in Ucraina: un anno di stupri, torture, stermini, furti, distruzioni, rapine, dettagliatamente testimoniati dal tenente dimissionario Konstantin Yefremov, schifato da quella sanguinaria invasione che fotografa come «la vicenda di un comico che diventa un vero presidente e di un presidente diventato un comico». Ma a carnevale ogni scherzo vale. Così, anziché un messaggio in bottiglia, è giunto ieri a Kiev il presidente Biden in persona, scompaginando le scalette dei canali televisivi russi, costretti a dar fondo al barile delle menzogne per oscurare l’inatteso quanto eclatante evento. Festa rovinata, per i gerarchi moscoviti. «Biden come Hitler», sostiene il politologo Mikhail Tiurenkov, indignato perché
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.