L’orso attaccabrighe scopre le sue carte. Carte nautiche, per l’esattezza. Con una mossa a sorpresa, la Russia ha manifestato l’intento di allargare i confini marittimi intorno a Kaliningrad – enclave russa in Europa – svelando così al mondo che quella di Putin non è fame di terra (come potrebbe averne, il più vasto Paese al mondo, ventotto volte più grande dell’Ucraina?) quanto piuttosto fame di acqua. Fame di mare. Il grande cruccio dell’aspirante padrone del mondo è proprio quello di non poter armare una flotta che possa competere con quella americana (la prima al mondo), e neppure con quella cinese (la seconda). E sebbene la marina russa occupi onorevolmente il terzo posto in classifica, è anche vero che i navigli di cui essa dispone sono per lo più sottomarini, non potendo fare affidamento su porti e mari in grado di ospitare in sicurezza una grande forza navale. Il mare di Azov, sotto il controllo russo dopo l’invasione della Crimea (2014), è più simile a un lago che non ad u
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.