Fra le molte promesse tradite dal nuovo governo che tanto nuovo non è, la prima ad affondare tra le fameliche fauci dei neoappoltronati è stata quella «fine della pacchia» prematuramente annunciata, con strilla a salve, dalla neopresidenta Meloni: ortaggio e ostaggio della vorace malapolitica che le brulica intorno. La pacchia, in realtà, è appena iniziata. Per alcuni. Ce lo conferma la neoministra agli Affari Propri, quando auspica l’occupazione di quei pochi metri di demanio marittimo ancora liberamente accessibili: sottraendoli a quelli che in tempi non sospetti venivano chiamati «bagnanti» ma che la ripulitrice di spiagge chiama oggi «tossicodipendenti», a dispetto dei quintali di coca che animano le giornate di chi invece frequenta certi pretenziosi stabilimenti balneari . Il dichiarato intento è quello di salvaguardare l’«italianità degli spaghetti con le cozze in riva al mare», assediati dalle «multinazionali» desiderose di spacciare invece birre e panini. Quasi che gli italia
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.