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Visualizzazione dei post da maggio 22, 2022

Invasioni e guerre

Il dizionario dei sinonimi e dei contrari ci conferma che l'opposto della parola «guerra» è certamente «pace». Il medesimo volume ci segnala tuttavia che il contrario della parola «invasione» è invece «liberazione».  La differenza non è da poco. Perché in mancanza di una vera e propria guerra non può esistere una vera e propria pace, e la sola opzione possibile per l'aggredito resta pertanto quella di scomparire, oppure di ricacciare indietro l'invasore  Possiamo chiamare «guerra» quella di Putin contro l'Ucraina? Certamente no. Una guerra consiste in un conflitto armato tra due contendenti di pari peso, come usa nella boxe, dove ciascuno dei pugili ne dà e ne prende grosso modo in egual misura. Ne discende che, onde poter definire «guerra» lo scontro in atto tra Russi e Ucraini, dovremmo veder morire non solo i civili ucraini, ma anche i civili russi; veder rase al suolo non solo le città ucraine, ma anche quelle russe. E via distruggendo. Ma si dà il caso che il solo

Capriole

Niente diverte gli umani più dell'osservare gli animali quando fanno le capriole. E nulla diverte noi alati più dell'osservare gli umani cimentarsi nelle medesime capriole.  L'ultima che ci è stato dato di osservare è quella di un capopartito di governo impegnato in spassosi rivolgimenti e contorcimenti, al solo scopo (almeno si spera) di divertire i suoi padroni e far cadere il governo.  Riassumiamo.  L'Unione Europea — che in quanto alleanza tra Stati, e non Stato federale essa stessa, non era affatto tenuta a farlo – ha dato vita a un piano comunitario (Recovery Plan for Europe) che, sommato al Next Generation EU,  si propone di elargire 2.018 miliardi di euro per dare un forte stimolo all'economia europea, sofferente per la pandemia.  L'italico stellone ha fatto sì che, stante l'Italia all'epoca della redazione del Piano il Paese più colpito, spettasse ad essa la fetta più grossa della torta: ben 235,12 miliardi sui 750 stanziati dal solo Recovery Pl

Osteria del Rosatellum

Inutile lamentarsi se tra le varie specie che allignano nel vostro Parlamento, quella umana è decisamente minoritaria. E tampoco serve indignarsi se le altre istituzioni che elettoralmente da esso discendono, finiscono col replicarne la medesima percentuale zoologica.  Il problema sta come sempre alla radice: in una legge sedicente elettorale (una delle tante, di volta in volta confezionate a misura della maggioranza del momento) che non consente in realtà di eleggere alcunché. L'elettore (si fa per dire), può tutt'al più esprimere una vaga simpatia per un partito, ma in nessun modo può scegliere tra i nomi proposti sulla scheda quello di suo maggior gradimento.  Tale legge anelettorale , ancor oggi vigente – se, valida, non verrà una man dal ciel a disintegrarla – si fregia del nome del suo ideatore. Si chiama Rosatellum, non Socratellum o Aristotellum, perché l'illustre pensatore che l'ha redatta si chiama Ettore Rosato, oggi presidente dell'aspirante partito Ital