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Visualizzazione dei post da febbraio 23, 2025

Onore e disonore

Non è vero che le guerre si possono o vincere o perdere.  Le opzioni in campo sono quattro, non due: vincere con onore, vincere con disonore, perdere con onore, perdere con disonore.  Zelensky, quand’anche non riuscisse a vincere, preferisce perdere con onore che non con disonore, lasciando a Trump e Putin la medaglia di spregevoli vincitori con meritatissimo disonore, al quale la Storia saprà dare il dovuto rilievo.  Ci si attendeva un faccia a faccia tra Capi di Stato, ieri a Washington. Ma, inspiegabilmente, gli Americani si son presentati in due: Don Rodrigo Trump spalleggiato dal suo Bravo Vance.  Due contro uno: vigliacchi anche quando giocano in Casa (Bianca)! Tre, contando lo spettro di Putin, aleggiante nella Sala Ovale per tutta la durata dell’incontro; quando, più volte, Trump ha invitato l’inospitato ospite a prostrarsi e a dimostrarsi «riconoscente» nei confronti del dittatore russo. Quasi a voler certificare che, se l’Ucraina dopo tre anni di resistenza...

Il tempo della forza

Quale libro abbiamo preso dallo scaffale? Cosa stiamo leggendo? Di un Donald Trump Padre Onnipotente che caccia l’Europa dall’Eden, colpevole d’aver colto il frutto proibito del progresso e del libero pensiero? O di un Enea irriconoscente che getta a terra il vecchio padre Anchise, per troppo tempo portato sulle spalle mentre fuggiva dalla guerra? Con chi abbiamo a che fare? Col papà che caccia giustamente da casa il pargolo ormai adulto, cresciuto e ben pasciuto, augurandosi che sappia badare a sé stesso, o col figlio snaturato che si disfa dell’anziano genitore per disporre di più denaro e tempo libero? Per uscire la notte, stuprare e drogarsi?  Il dramma che il mondo sta vivendo, da un mese a questa parte, è che entrambe le possibili risposte sono del tutto esatte. Almeno per quel che riguarda l’Europa.  È esatto affermare che i Paesi europei han prosperato per decenni sapendo di poter investire nella crescita quei denari che altri erano invece costretti a destinare alla di...

Inciampo nella Storia

Ancora una volta, come spesso accade lungo i più stretti tornanti della Storia, la volgarità ha occupato il potere.  Non solo l’innata volgarità di chi pure è nato sulle sponde del Neva e non del Volga, o bimbo viziato tra le bande giovanili del Queens, o ha trasformato il Parlamento in Strillamento, facendolo risuonare dei richiami che le lavandaie usano scambiarsi dagli stretti balconi dei quartieri di Roma.  Come ai tempi del maestro di Predappio o dell’imbianchino di Braunau, figlio di padre ignoto, la volgarità al potere è ancora una volta il prodotto della sete di rivincita di quegli strati emarginati che – per decisioni altrui – pagano ogni volta il prezzo dei grandi mutamenti della Storia.  Carburante del Fascismo fu la delusione dei reduci della Grande Guerra, osannati come vincitori e ricoperti di medaglie, ma infine ben più miseri di quando indossavano la divisa, che fruttava ad essi quanto meno il rancio quotidiano e la riconoscenza dei concittadini.  Il ...

Debolezze nascoste

Quella che oggi intende presentarsi come la maggior forza politica e militare mai apparsa sul pianeta, ossia l’inedita alleanza tra USA, Russia e – presto – la Cina, non è in realtà tanto forte e imbattibile come a prima vista appare.  Un branco di lupi è certamente più forte di tre lupi in competizione tra loro, ma la vera unione non la si misura prima dell’azione, quando i banditi sono impegnati anima e corpo nel dar vita alla banda. Si misura dopo, quando giunge il momento di spartirsi il bottino. Quando il fine comune che ha tenuto unito il gruppo viene d’improvviso a mancare, ed esplodono le differenze: le differenti aspettative, le diverse bramosie, le reciproche discriminazioni. Quando, come spesso accade, i compagni di un tempo finiscono per sbranarsi tra di loro.  Sarà questo, e non altro, il prossimo destino dei tre baldanzosi condittatori. Come lo fu di quell’Impero di Roma da cui sempre più spesso l’inedita combriccola trae postura e ispirazione. Un saluto romano d...