Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da settembre 11, 2022

Chicchiricchì!

La prima gallina che canta ha fatto l’uovo, insegna l’antico detto. Ma quando il primo ad innalzare i propri versi al Cielo è un galletto, notoriamente inabile all’ovulazione, che mai dovremmo pensare? Mancano pochi giorni all’ultima settimana pre-elettorale: quella delle bombe mediatiche, delle accuse di ladrocini e molestie, delle rivelazioni su irreparabili peccati di gioventù e d’infanzia, dei gossip su variopinti amori e discutibili amicizie. Bombe a orologeria tenute in serbo per mesi e pronte ad esplodere sino a pochi minuti prima del voto.  Il primo ordigno, confezionato con trecento esplosivi milioni di euro made in Cremlino e indirizzati ai putiniani di mezzo mondo (occidentale), è esploso in USA, ma più d’un frammento è piovuto anche in Italia, pizzicando la coda non ovipara del galletto di cui sopra.  L’alto chicchiricchì , raccolto e amplificato dalla stampa locale che già lucidava lo spiedo accingendosi a spiumare il pollo, non ha avuto esiziali conseguenze solo perché v

Quattro meno meno

Se il deludente confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni trasmesso dagli studi del Corriere della Sera fosse stato un’interrogazione scolastica, difficilmente il professor Luciano Fontana avrebbe potuto elargire un voto prossimo alla sufficienza.  Promosso a pieni voti, invece, il format . Che grazie ai tempi contingentati e alla precisione delle domande ha fatto emergere tanto l’inconsistenza delle idee quanto la camicia di forza delle malassortite coalizioni, la quale ha costretto i due poveretti a tenersi a dir poco sul vago, pur di non offendere le opposte convinzioni degli improvvisati alleati.  Il Serenissimo, parlando dell’Europa (ma forse intendeva l’Unione Europea) lamentava un «diritto di veto» che esiste solo nella sua mente e in quell’altra unione di cui l’Italia fa parte (le Nazioni Unite), attribuendo a tale inesistente «diritto» (in realtà inevitabile conseguenza di una unione costruita su trattati reciproci, anziché su un ordinamento statuale democratico) le colpe de

I tiktokkati

L’amato capo che quassù ci governa ha a suo tempo disposto che gli umani non serbassero memoria di quanto visto o sentito nei primissimi anni della loro infanzia.  Mai provvedimento fu più saggio! Quale ricordo potrebbero oggi avere, dei parenti vicini e lontani, quegli ex-bimbi che dovessero ricordare le mille infantili moine rivolte loro ai bordi della culla, agitando un sonaglino da poche lire acquistato in chissà quale mercatino?  — E ghiri-gori-gori-gu ! E biri-biri-bì ! Lo senti come suona? Dinghi-dinghi-dì ! È lo zio che te l’ha comprato, cuoricino di mamma!… Eh sì. Tralasciando il loro primo dovere, che è quello di trasformare i bimbi in adulti, gli entusiasti parenti pensano di rendersi più graditi trasformandosi da adulti in bimbi. In una parola: rimbambendo. Non diversamente da costoro, lungi dal voler gramscianamente elevare l’elettore, i nostri capipartito in odor d’elezioni han pensato bene d’affacciarsi in massa alla culla virtuale del TikTok. Lallando : ovverossia miman