Quando un bimbo malnutrito riesce a posare infine le mani sul barattolo della marmellata, il primo istinto è quello di nasconderlo ben bene per poi saziarsene a volontà, condividendone giusto qualche cucchiaiata con gli amici più intimi ed i parenti più stretti. Il secondo istinto è quello di far sì che il dolce barattolo duri quanto più a lungo possibile, e che ad esso ne seguano altri sempre più dolci e più grandi. Tanta è la fame arretrata. È una regola che vale per i bimbi, ma anche per le bimbe. Vale per la marmellata di fragole e lamponi, ma anche per quella di meloni. Così, accanto alla traballante campagna elettorale europea che vede marciar sparpagliati i diversamente alleati partiti di governo, si è aperta con gran strepito la stagione di caccia alla marmellata. Anzi: alla fabbrica stessa della marmellata. A quella Presidenza della Repubblica che, investita dal Parlamento sovrano, sceglie e nomina i ministri che compongono il Governo, a partire dal primo: «Il Presidente de
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.