Lucia Annunziata saluta e se ne va. Mai annunzio fu maggiormente annunziato. Lascia quella RAI di cui pure fu presidente, fiore all’occhiello di una carriera che l’ha vista inviata di guerra e corrispondente dal Medioriente, giornalista, conduttrice televisiva e direttrice di agenzie e testate giornalistiche, scrittrice. Senza scordare i coraggiosi esordi come supplente di Matematica in quel di Teulada, nel sud della Sardegna: prova di vita non meno formativa di quella a suo tempo sperimentata da un imberbe Indro Montanelli liceale a Nuoro. Giovane donna sempre pronta a rimboccarsi le maniche, poco adusa a frignare. Con un cursus honorum di tal peso, di gran lunga superiore a quello, sommato, di tutti i ministri di questo disorientato governo, insignita di numerosi premi di levatura sia nazionale che internazionale, Lucia Annunziata ha rifiutato di indossare il corto guinzaglio che i nuovi padroni si accingevano a stringerle, e ha lasciato la trasmissione e l’incarico. Onore al me
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.