Cari umani e meno umani, il vostro mondo è tondo. Ma proprio in virtù di tale perfetta geometria, più ci si sposta a sinistra, più ci si ritrova a destra. E viceversa. Per questo ci fanno sorridere le smanie di quei menpensanti che, mentre impropriamente amano etichettarsi de sinistra , inseguono invece gli opposti ideali del più becero pauperismo medievalista, ripetendo errori che persino noi, qui tra le nuvole, oggi consideriamo tali. Bisogna infatti tornare ai tempi del poverello di Assisi per ritrovare la convinzione che solo facendosi del male si poteva far del bene: fustigandosi in processione, indossando il cilicio, schiaffeggiandosi da sé, digiunando e isolandosi dal mondo, sottoponendosi alle più atroci penitenze, nel tronfio e tracotante tentativo di imitare in sedicesimo il doloroso percorso di redenzione del Cristo. Otto secoli dopo, i soli che ancora perseverano nel predicare che «povero è bello» sono il candido eremita Frate Gianni e il disperato consumatore di erbe (l
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.