Si erano lanciati in una brutta campagna elettorale, nel segno di «più Italia, meno Europa». Son stati accontentati: continueranno forse a contar qualcosa in Italia – più per l’altrui imbecillità che per le proprie qualità – ma conteranno quanto un due di briscola nell’Unione Europea, nell’Aerea Schengen e nell’Eurozona. A chi pensava di poter spendere in ambito continentale – al nuovo grido di «meno Europa, più poltrone» – quella che è stata un’apprezzabile affermazione locale, non è restata che l’arma del ricatto. A cominciare da quell’inspiegabile rifiuto della riforma del MES . Un tabù ideologico giustificato da «un a noi non serve» degno di un titolare di auto blu con autista, pronto a lasciar incendiare l’autobus perché tanto a lui «non serve». Un sassolino vigliaccamente gettato fra gli ingranaggi in grado di minacciare tanto la stabilità che l’apprezzamento sui mercati della valuta Euro. Manovre di palazzo (ma non si erano impegnati a metterci fine?) in attesa di una sperata
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.