L’insoddisfazione che serpeggia tra quell’ élite che paga fino a 100.000$ di retta annua per frequentare le otto grandi università americane della Ivy League, esplosa con l’inatteso schierarsi di molti studenti dalla parte dei nemici giurati dell’intero Occidente, prende a pretesto una momentanea criticità della Storia (la repressione del terrorismo eterodiretto in Israele) per nascondere con essa il vero inconfessabile motivo della rabbiosa protesta. Così come negli anni Sessanta la condanna da parte dei giovani americani del coinvolgimento USA nel conflitto vietnamita adornò di nobili motivazioni l’affacciarsi al mondo di una generazione postbellica educata alla pace e portatrice di differenti ideali di vita, incarnati nella rivendicazione di maggiori diritti, dall’aborto alla liberazione della sessualità, l’attuale protesta delle élite universitarie denuncia la fine di ogni certezza finora legata al (costosissimo) titolo di studio: vittima della transizione dalla «società piramid
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.