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Visualizzazione dei post da giugno 26, 2022

Dopo la frattura, la frittura

Così come le riunioni a porte chiuse hanno in breve tempo rimpiazzato tra i cinquegrilli il similtrasparente  streaming delle origini, allo stesso modo anche il vangelo della casa (il vaffangelo), un tempo istantaneamente indirizzato a chiunque non si prostrasse in adorazione dell'Elevato Ortottero, si è oggi trasformato in un prodotto ad uso esclusivo della casa: un privilegio riservato a quei pochi inquilini rimasti, che amano scagliarselo gelosamente tra di loro.   È la svolta sadomaso di un partito nato tagliandosi dapprima l'indennità parlamentare, poi il numero dei parlamentari medesimi, quindi gli stessi iscritti. Prima debattistizzandosi, poi decasaleggizzandosi ed ora in procinto di decontizzarsi. Bramoso dell'ormai prossimo e definitivo taglio elettorale. Un movimento che solo recentemente ha scoperto quanto sia più facile inventarsi dei nemici al proprio interno che non andarseli a cercare all'esterno. Anche perché di nemici se ne trovano sempre meno: la pov

Meglio chiarire

Pare che nella Sua onnisciente saggezza, il Sempiterno che ci sta a capo abbia infine dato soluzione a un secolare quanto imperscrutabile mistero: perché nessun Italiano che si rispetti si è fin qui sognato di osservare per intero quei Dieci Comandamenti a suo tempo affidati al divulgatore Mosè?  Sembra che all’origine del fraintendimento ci sia una particolare italica incapacità di comprenderne il linguaggio, forse troppo limpido e chiaro per meritare l'attenzione di quel popolo, particolarmente predisposto all'attenta quadripartizione del capello e al pluridecennale dibattito che inevitabilmente ne segue.  Onde sanare tale millenaria incomprensione, le nostre Altissime Sfere han deciso di affidare al Ministero italiano della Funzione Pubblica, autore di una «Direttiva in materia di semplificazione del linguaggio nelle Pubbliche Amministrazioni», il compito di volgere detti Comandamenti in una forma linguistica facilmente accessibile anche alle popolazioni italofone.  Ed è per

Servitor di tre padroni

Dovesse mai occorrere una prova dell'esistenza del nostro Capo, qual miglior testimonianza dell'imbacuccato patriarca Kirill che sbatte la faccia (quella posteriore) sul duro pavimento di marmo, dopo esser scivolato gambe all'aria sull'acqua santa che la Provvidenza ha avuto l'accortezza di voler spargere al suolo? «Nessuno può servire due padroni (Matteo, 6, 24)». Figuriamoci Kirill, che di padroni ne serve tre: non solo il suo Dio, a noi sconosciuto, non solo il denaro, ma persino Putin, che lo comanda a bacchetta.  La ricchezza non è mai stata particolarmente popolare, tra le nostre angeliche nubi. Non pagando affitto né tasse, senza spendere un soldo per mangiare, tantomeno per Sky o altri divertimenti (fornitici gratuitamente da voi umani), ancor meno in carburanti (grazie alle nostre ali a inquinamento zero), a queste latitudini il denaro non è altro che sterco del diavolo. Sin dai tempi di quella sventurata mazzetta versata dall'informatore Giuda ai solda