I giochi son fatti. Più di un quarto dei pochi italici elettori si è inchinato davanti alla fiamma tricolore, che succhia voti tanto al tictoccato ottuagenario che al malcapitato capitano. Deludente quanto attesa la débâcle dei DP ( Destinati a Perdere ), che spiana la strada agli scalzacani rossoverdi a spese dei piùeuropeisti e del grillofuggiasco. Risultato utile, ma inferiore alle rosee aspettative, per il gatto d’azione e la volpe toscosaudita. Folla di questuanti, in parte siculi e in partenopei, per il descamisado depochettato che raddoppia invece il risultato previsto: unica sorpresa di una tornata elettorale da dimenticare. Spenti i riflettori e acquietatesi le strilla delle parti, la parola torna adesso alle istituzioni: al nuovo Parlamento, diverso dal precedente e suscettibile di ulteriori aggiustamenti nella formazione dei nuovi gruppi parlamentari; al Capo dello Stato, a cui solo spetta il compito di nominare il governo e chi lo presiederà; al governo medesimo, che un
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.