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Visualizzazione dei post da agosto 7, 2022

Nude verità

Che Agosto sia un mese poco propizio per le campagne, minacciate da incendi, siccità e colpi di sole, è un fatto che ben s’attaglia anche alle campagne elettorali, non soltanto a quelle coltivate.  Pare infatti che il caldo e il dolce far niente, insieme col maggior senso di libertà e a un aumentato desiderio d’apparire e di spendere, finisca in qualche modo con l’annacquare quel carburante di cui ogni competizione elettorale si alimenta: un mix di false promesse, nemici immaginari e paure amplificate.  — Votami! Ti raddoppierò la pensione e ti dimezzerò le tasse! — Votami, o vincerà l’uomo nero! — (e pazienza se stavolta è una donna). — Votami, o in pochi giorni questo Paese andrà incontro al disastro, e tu con esso! Questi sono gli ami distesi ad ogni tornata elettorale nella speranza che i più abbocchino.  Ma quando ciò accade nel mezzo dell’estate, mentre un’abbondante metà della popolazione viaggia per lo stivale ed osserva coi propri occhi l'autentica realtà che lo circonda,

Fuori dalla trincea

Dove altro avrebbe potuto annunciarla, se non dall’Annunziata, la mossa che tutti gli uomini di buona volontà si aspettavano?  Alle 14:45 di questo pomeriggio, ospite a «Mezz’ora in più», Carlo Calenda ha scaricato su Letta un intero fucile caricato a vaffa, prendendo le distanze da un patto che non prevedeva inizialmente la presenza in lista di nemici dichiarati del Paese e del mondo come Frate Gianni e Porelli, per non parlar delle «frattaglie» già in coda alla ricerca di uno strapuntino purchessia.  Malmenato dagli iscritti, col capo coperto di cenere, sommerso da un mare di tessere stracciate, preso per il naso (a voler essere gentili) dal cerimonioso Letta, abbandonato da piùEuropa (=  menoCalenda ), il centrocampista ha sbattuto la porta e si è liberato dalle catene di chi lo avrebbe voluto veder marcire in trincea impegnato a resistere, anziché sul campo a combattere.  Che quella di Calenda sia stata la mossa giusta, lo dimostra la reazione scomposta di Enrico Letta e dei suoi