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Visualizzazione dei post da maggio 7, 2023

Sana e robusta Costituzione

C’è tanta ignoranza e malafede dietro l’inatteso assalto sferrato dalla litigiosa maggioranza governativa contro la Costituzione italiana: potenziale vaso di Pandora la cui minacciata apertura ha presto messo in subbuglio l’irrequieto stuolo dei partiti, partitini e movimenti, col consueto codazzo di facce losche in cerca di notorietà.  L’ ignoranza consiste nel pensare che la Costituzione sia una legge come le altre: un dettagliato elenco di obblighi e non invece una necessariamente sommaria dichiarazione di intenti.  La malafede sta nel voler far credere agli Italiani che il brancolare nel buio che ha sin qui caratterizzato l’azione (?) del governo non dipenda dalla manifesta incapacità di un’improvvisata classe dirigente – ma poco diligente – che neppure riesce a spendere i fondi generosamente assegnati dagli altri Paesi europei, tutelare i confini, far rispettare le leggi, ma da una Costituzione vecchia e sorpassata che lega loro le mani, ostacolandone l’azione. Moderna variante

Riformaggio (con i vermi)

Esistono riforme utili, riforme inutili e riforme dannose. Distinguerle è assai facile: è sufficiente domandarsi: chi, come, quando, perché? Chi le chiede, come intende realizzarle, con quali tempi e per quali motivi.  Se poi quel che si intende riformare non è una legge o una procedura, ma addirittura quella Costituzione che delinea lo spirito, i fini e l’assetto istituzionale di una nazione, indossare gli stivali di piombo, e con essi procedere, è il minimo che ci si dovrebbe attendere.  Quali sono in questo esatto momento le riforme più utili ed urgenti per l’Italia?  Certamente quelle già avviate nel quadro del PNRR, come una modernizzazione del sistema giudiziario che miri insieme all’accelerazione dei procedimenti, alla certezza del diritto e, conseguentemente, ad una maggiore sicurezza per chi opera nel Paese e per i singoli abitanti. E ancora un sistema di controlli a livello centrale che renda di fatto impossibile ogni evasione fiscale. Fondamentale e improrogabile è poi una l

Esternare per eternare

«Il medium è il messaggio», soleva ripetere Marshall McLuhan, lasciando intendere come spesso il mezzo prescelto, prima ancora che il contenuto, costituisca la vera essenza della comunicazione. Come ben sa chi da un’espressione del volto o da un tono di voce riesce ad intuire la sostanziale differenza tra un «sì» affermativo e un «sì» interrogativo, tra un «no» definitivo e un «no» di meraviglia.  A questo pensavamo mentre i grandi e piccoli schermi di tutto il mondo diffondevano per l’etere l’eterea figura di un berlusca strappato al letto d’ospedale, sommariamente incartato e armocromaticamente ridipinto tra zombie e maotsetung, intento a sfinire le residue energie nell’affaticata lettura di un messaggio rivolto ai fedelissimi riuniti a Milano.  Quasi una voce da quell’aldilà che per noi alati è l’aldiqua. Quasi un testamento spirituale acciocché il forzitalico pensiero, affidato ai suoi apostoli, conservi viva nei secoli l’immagine non sempre luminosissima del fondatore. Rintuzzando