Il cadavere del governo è ancora caldo, ma già s'intravvede l'ingobbito profilo degli avvoltoi e ovunque risuona il lugubre ululato degli sciacalli. Ogni riferimento è puramente casuale, ma quel prezioso silenzio di cui Grillo ci ha fatto gradito omaggio in questi ultimi giorni di agonia istituzionale, è stato ieri improvvisamente interrotto da una temposta (tempesta di post) presto tracimata sulle prime pagine dei quotidiani, a secco di notizie per via dell'incombente week-end. Che dice dunque l'ortottero? Parlando come un dio Giano bifronte, prediligendo delle due la retrostante, tra una frecciata a Giggino 'a cartelletta e un'impuntatura circa il limite dei due mandati, il Sommo si lamenta del brutto spettacolo offerto nei giorni scorsi dal Parlamento italiano. In particolare delle brutte facce dei parlamentari: «gente che è lì da 30 o 40 anni», un Parlamento come «non se lo merita nemmeno l’ultimo degli Italiani». Prudentemente scordandosi, tuttavia, che
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.