Quando il piccione si appollaia in cima alla statua, evitando in tal modo di far piovere dal cielo quel che educatamente deposita invece sul marmo, non ha altre mire se non quella di liberarsi le viscere. Non ha con tal gesto la pretesa di impadronirsi della più o meno illustre fama del personaggio o dell’evento che quel monumento rappresenta. Diversamente, il vigliacco umano privo di alcun valore spera di convincere il mondo di una propria immaginaria grandezza oltraggiando o provocando senza apparente motivo qualsiasi cosa o persona si mostri in qualche misura più grande di lui. In pratica: tutto e tutti. È una strategia che nell’immediato è sempre vincente: se un mingherlino di cinquanta chili sfida un pugile da novantacinque, agli occhi degli amici acquista immediatamente fama di coraggioso, piuttosto che di incosciente. Anche se è inevitabilmente destinato a stramazzare al suolo nei primi minuti dell’incontro. In geopolitica è noto come «effetto Saddam». Quando il monarca irache
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.