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Eroi e no

La Storia aveva conservato una delle più belle pagine solo per lei: per il presidente del Governo italiano. E lei ci ha sputato sopra. 

Avrebbe potuto seguire il sentiero tracciato da Mario Draghi, riaffacciatosi sulla scena in difesa del Continente sotto attacco, e diventare così la prima promotrice di quello Stato Federale Europeo la cui gestazione non è mai stata tanto necessaria e urgente. Ma ha preferito reggere il moccolo ai due fidanzati dell’anno: il criminale Trump e il criminale Putin, nella speranza di riuscire ad arraffare qualche briciola caduta da quel tavolo dove i due si spartiscono il mondo. 

Garibaldi non esitò un istante nell’anteporre la costruzione dello Stato Italiano ai quotidiani interessi della sua città natale, Nizza, svenduta ai Francesi da quel medesimo Cavour che di uno Stato Italiano s’era fatto promotore. Ma è stato grazie a quella sofferta rinuncia che l’Eroe dei Due Mondi di pagine sui libri se n’è conquistata più d’una.  

Allo stesso modo la Sgarbatella avrebbe forse potuto anteporre la costruzione dello Stato Federale Europeo alle necessità contingenti dell’Italia, favorendo il sorgere di una prima realtà statuale europea insieme a quelle nazioni disposte a conferire parte dei loro poteri in materia di programmazione economica, politica estera, istruzione, difesa, ad un nuovo Stato che possa effettivamente definirsi tale: con una Costituzione, un Parlamento, un Governo, una Magistratura, un Capo di Stato. 

La Francia è pronta, ed è il solo Paese armato tra quelli dell’Unione; la Germania lo sarà se nelle odierne elezioni riuscirà a contenere le spinte neonaziste di Musk, Putin e Trump; l’Italia avrebbe potuto esserlo, mentre più che sicura sarebbe l’adesione dei Paesi direttamente minacciati da Putin: dai Baltici alla Finlandia. Più macchinosa l’adesione delle monarchie, dalla Spagna al Belgio, dalla Danimarca all’Olanda, ma realisticamente prevedibile negli anni immediatamente a seguire. 

Senza l’Italia (e senza più il Regno Unito), quale mai potrebbe essere, in alternativa, la terza colonna fondante del nuovo edificio statale europeo? Il Lussemburgo? O forse Cipro?

La pagina sui libri di Storia sta ancora là. Bianca e in attesa di chiunque compia un gesto degno d’esserci scritto sopra. 

Di chi preferirà proporsi come terza colonna della nascente Europa piuttosto che quarta colonna delle oscene truppe nemiche. Pronta a sollevare il muso per respirare a piene nari il puzzolente fiato del fragoroso parlare dei Musk, dei Trump, dei Putin. Non gli eroi, ma i rifiuti della Storia.  

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