È il mito americano – gente! – : anche l’ultimo degli idioti può aspirare al più alto dei traguardi. Stavolta – aggiungiamo noi – quel traguardo è riuscito a raggiungerlo e a toccarlo con mano: l’ultimo degli idioti non soltanto ha conquistato la Casa Bianca, ma l’ha occupata insieme ai suoi sordidi amici di bevute. Neppure si può dire che a Washington sieda adesso un asino, dal momento che l’asinello è il simbolo elettorale dei Democratici americani. Quello dei Repubblicani è invece l’elefante. E mai come in questo caso, in una Sala Ovale degradata al set di un sequel de «Il Padrino», l’immagine che meglio si riesce a percepire è quella di un elefante dal ciuffo biondo. Un elefante in cristalleria, a voler esser precisi. Con tutti i disastri che può compiere al solo sventolar delle orecchie o a un timido agitar di proboscide. Impossibile conteggiarne i danni, col pachiderma in continuo e perenne movimento. Davanti agli occhi di tutti ci sono (per adesso)...
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.