Colpa di Nettuno? No: colpa di Mennuni. Porta la firma di Lavinia Mennuni, senatrice targata FDI, l’emendamento butta-in-caciara che cancella di fatto il termine che l’Italia si era imposta per ottemperare alla direttiva europea (2006/123 CE) sulle concessioni demaniali dello Stato, oggi assegnate per amicizia o simpatia e in breve tempo sconfinate nell’usucapione di fatto. Da sedici lunghi anni l’Unione Europea chiede all’Italia di adeguarsi a quelle basilari regole di democrazia e trasparenza a cui gli Stati dell’Unione sono tenuti nella conduzione del patrimonio pubblico, e dunque alla necessità di assegnare le concessioni di beni e servizi non per legami di parentela, di partito o di mafia, ma – udite udite! – con pubbliche gare d’appalto. Fra i tanti concessionari, alta si è levata la voce dei cosiddetti «balneari», ossia di coloro che con le più svariate motivazioni occupano da decenni le più attraenti spiagge italiane, traendo profitto non certo dal loro «lavoro» di noleggiato
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.