Stupisce che un uomo di legge fresco di cariche istituzionali, pur di compiacere i propri adepti si lanci in spericolate pretese che la sua attuale collocazione né consente, né prevede. A quale titolo un segretario di partito come Conte può chiedere al presidente del Consiglio di «venire a riferire in Parlamento»? In primis si indignerebbe la lingua italiana. Perché «venire», anziché «andare»? Se Conte facesse in qualche modo parte del Parlamento potrebbe forse chiedere ad altri di «venirci». Ma Conte col Parlamento non ha davvero niente a che vedere, e tanto meno col Governo. Non è che il segretario di un partito politico: una libera associazione che la nostra Costituzione equipara a una qualsiasi associazione di diritto privato. Nulla di più per intenderci, del Juventus Official Fan Club, o del Fronte di Liberazione Nani da Giardino. Se non qualche gradino più sotto. Con queste premesse, tutto quel che Conte può eventualmente chiedere al presidente del Consiglio è di «andare» a
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.