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Visualizzazione dei post da maggio 1, 2022

Il Conte senza l’oste

Stupisce che un uomo di legge fresco di cariche istituzionali, pur di compiacere i propri adepti si lanci in spericolate pretese che la sua attuale collocazione né consente, né prevede.  A quale titolo un segretario di partito come Conte può chiedere al presidente del Consiglio di «venire a riferire in Parlamento»?  In primis si indignerebbe la lingua italiana. Perché «venire», anziché «andare»?  Se Conte facesse in qualche modo parte del Parlamento potrebbe forse chiedere ad altri di «venirci». Ma Conte col Parlamento non ha davvero niente a che vedere, e tanto meno col Governo. Non è che il segretario di un partito politico: una libera associazione che la nostra Costituzione equipara a una qualsiasi associazione di diritto privato. Nulla di più per intenderci, del Juventus Official Fan Club, o del Fronte di Liberazione Nani da Giardino. Se non qualche gradino più sotto.  Con queste premesse, tutto quel che Conte può eventualmente chiedere al presidente del Consiglio è di «andare» a

Il tempo dei Meloni

Estate, tempo di Meloni. La segretaria di quel che potrebbe rivelarsi il primo partito in Italia, affila le zanne in vista della lunga arrampicata che dovrà regalarle una strepitosa doppia vittoria: la poltrona di Palazzo Chigi e il podio di prima donna alla presidenza del Consiglio dei ministri.  Giusto per allenarsi, arrota intanto la dentatura sulle carni degli «amici»: il nazionalista orientato al sociale (nazionalsocialista) che strizzava l'occhio alla Russia e adesso – più prudentemente – al Vaticano, e il fresco sposino a cui necessitano ancora alcuni mesi per concludere più o meno felicemente le fatiche della prima notte paranuziale. Vedremo allora se un melone potrà far più bene o più male al mondo di quanto ne fece una sola mela nelle mani di Eva. Nell'attesa non resta che goderci, confortevolmente accucciati tra le nuvole, le primissime puntate di quella che si annuncia come una lunga e avvincente fiction.  Una sola cosa non riusciamo a comprendere, ed è il motivo pe

Il sesso dei Russi

Sono già diversi millenni che voi umani vi interrogate sul sesso di noi angeli (manco fossero fatti vostri!), argomento forse di qualche interesse per quei pittori incerti sul come raffigurarci ai piè di qualche affresco, che superarono poi il dilemma frenando il pennello all'altezza di un mezzo busto o limitandolo a un timido lato B, pudicamente ricoperto da un provvidenziale svolazzo d'ali.  Più complesso è certamente per noi comprendere quale sia il sesso di voi umani. Già ci poneva qualche interrogativo la presenza di tante devianze tra gli animali. Come la lumaca, ermafrodita, forse costretta a far da sé perché troppo scivolosa per restarsene lì ferma quando lo scomparso lumaco tentava senza successo l'impossibile ingroppo. Per non parlare dei tanti pesci trans, come il pesce pappagallo, dalla livrea non a caso multicolore. Figuriamoci l'interminabile trenino alfabetico degli L, dei G, dei B, dei T, dei Q, ai quali è stato prudentemente attaccato un +, caso mai dov

Spazzatura alla riscossa

Chi ha paura delle guardie? I ladri. Chi ha paura degli inceneritori? La spazzatura.  C'è poco da meravigliarsi, allora, se la spazzatura continua a far muro per impedire la costruzione di un inceneritore che serva la città di Roma.  Così ieri, Lunedì 2 Maggio 2022, la spazzatura ha votato contro un decreto che stanzia quattordici miliardi di euro per aiuti alle famiglie e alle imprese, in sofferenza per gli aumenti dei prezzi dovuti alle vicende belliche, giusto perché alcune parole tra le righe sembravano spianare la strada alla quanto mai necessaria e urgente costruzione dell'inceneritore laziale.  Che Roma abbia bisogno di liberarsi della spazzatura, non solo di quella che alligna nei Palazzi, ma anche di quell'altra che ingombra piazze e strade, gradita soltanto a cinghiali, gabbiani e cinquestelle, è chiaro a chiunque sia ancora costretto a recarsi in questa città, vincendo la sensazione di paura, schifo e vergogna che essa suscita in ogni visitatore appartenente alla

Manovali della Legge

Gli umani ci perdoneranno se qui in Paradiso non si rideva tanto dai tempi in cui Caligola nominò senatore il proprio cavallo, manco fosse un cinquestelle pronto a candidare la Panda alle prossime amministrative  Ma la notizia di uno «sciopero» della Magistratura italiana nessuno davvero se l'aspettava!  Storicamente, lo sciopero è sempre stata la sola possibile arma in mano ai lavoratori per far pesare il proprio dissenso dalle decisioni del loro padrone. Una manifestazione di protesta strettamente connessa ai rapporti produttivi dell'età industriale, che necessita pertanto di due insostituibili controparti: i lavoratori e il padrone. Dove l'efficacia o meno dello sciopero dipende da un elementare principio della logica: a) se è vero che il padrone si arricchisce sfruttando il mio lavoro, smettendo di lavorare io mi impoverisco, ma il padrone si impoverirà ancor di più: ergo riconoscerà il suo torto e aumenterà la mia paga; b) se invece il padrone non muove un baffo e, anz