Ogni qual volta, in Italia, il meglio si scontra con il peggio, è sempre il peggio ad avere la meglio. Lo si è visto con la fine del monopolio televisivo : lungi dall’assistere alla nascita di più ampie e qualificate proposte mediatiche, fatte di cinema d’autore, quiz d’alta cultura, musica e teatro, programmi di alfabetizzazione ed acculturazione, quel che invece s’è visto (ed ancora si vede), è stato l’improvviso irrompere della volgarità, dell’ignoranza, della bruttezza, del turpiloquio promosso a lingua, di una pubblicità non più spettacolarizzata e recintata nei caroselli, ma tracimante ovunque, senza riguardo per chi ascolta. E mamma RAI s’è presto acconciata ad assecondare i maleducatissimi figli in una competizione al ribasso, retrocedendo a quella triste diseducativa imitazione dell’imitazione che sta sotto gli occhi di tutti. Non diversamente è accaduto al grande cinema italiano, cacciato dalle sale e precipitato nelle tivù on-demand : ridotto ad un apostrofo marrone tra u
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.