«Non siamo pagliacci!», ostenta il capobanda a cinquemenomenostelle dopo le lagne del giorno prima, con le quali implorava che fosse il Governo italiano a sanare le beghe di un partito in via d'estinzione. I cui parlamentari, proprio adesso che finalmente s'avvicina l'auspicato momento di svuotare le aule come scatolette di tonno, osservano terrorizzati il coltello e la forchetta che attendono la pregiata conserva pronta ad esser estratta dalla latta. Che sia questa («non siamo pagliacci») l'ennesima menzogna posta a coronare le altre che farciscono le nove pagine del documento-nocumento presentato ieri dal capopartito al presidente del Consiglio dei ministri? Lo vedremo presto in aula, dove il governo chiederà questo pomeriggio che la fiducia a suo tempo accordata gli sia confermata o revocata. E non c'è nulla che un fannullista terrapiattista tema maggiormente dell'esser chiamato ad esprimere un sì o un no , piuttosto che un forse , un vedremo , un chissà ,
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.