Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da aprile 24, 2022

Sparare o sparire? (Parte Seconda)

Non solo sul campo si spara per non sparire: chi per difendere la propria indipendenza, chi per imporre la propria supremazia. In modi non troppo diversi, una sterminata schiera di gladiator raglianti ha finito con l'occupare in Italia una buona metà dei circences televisivi, imbullonandosi di prepotenza alle poltrone dei cosiddetti talk-show (dove il termine «talk» dovrebbe concernere la parola, piuttosto che il raglio), e da lì sparare a vista (le più indegne cialtronate) pur di non sparire (dagli schermi).  Ma tant'è: anche nelle moderne arene, non diversamente dagli antichi colossei, per ogni cristiano in pista occorre un leone che tenti di sbranarlo. O una tigre. O, più modestamente, un ciuco scalciante. Occorre dar vita a un conflitto. A dirigere questi tristi eventi c'è solitamente un giornalista, aduso a praticare quello che è in assoluto il mestiere più antico del mondo: se è vero che ancor prima che il mondo vedesse una Eva trafficare tra mele e serpenti, in qualc

Sparare o sparire?

Sparare o sparire? Spariamo! Neppure la lingua di Dante, che pure ha posto in versi le amene nuvolette sulle quali viviamo, può evitare l'ambiguità della risposta. Forse perché una vera risposta non esiste. Esiste tuttavia la domanda. Che è poi il medesimo dilemma dei due contendenti in guerra.  Se non spara, rischia di sparire l'Ucraina: una nazione che ha visto riconosciuta la propria indipendenza quale meritato compenso per aver rinunciato al proprio arsenale nucleare: il terzo al mondo. Ma è stato proprio questo volontario disarmo a suscitare gli incomprensibili appetiti del vicino di casa, il più vasto Paese sul pianeta, che certo di tutto ha bisogno tranne che di nuove terre.  Se non spara, rischia di sparire la Russia: ieri grande potenza mondiale e oggi impoverita da decenni di malgoverno di una mafia al potere che altro non ha saputo fare se non impadronirsi delle risorse dello Stato per andarsele poi a spendere nei paradisi delle vacanze in Asia, in America, in Europa