Nel Paese degli ominicchi, la colpa è sempre di qualcun altro. Vai a sbattere con l’auto dalle gomme lisce e la colpa è di chi te l’ha venduta, che non ha avuto il buon gusto di cambiarle. Così anche la colpa di chi è visibilmente in affanno per l’incapacità di condurre a buon fine («mettere a terra» nello slang aviatorio di chi si beffa della lingua italiana) gli investimenti del PNRR, è certamente da imputare al precedente governo. Mica a quello attuale, che pure, impettito, va narrando al mondo d’esser mille volte migliore del precedente. La verità è ovviamente un’altra. Se compro un’auto usata, per di più dopo aver sconfitto un’agguerrita concorrenza altrettanto interessata ad averla, non posso non conoscerne a fondo i pregi e i difetti, e resto l’unico responsabile dell’eventuale incauto acquisto. Diverso sarebbe stato il caso se l’avessi ricevuta in eredità, ma l’Italia non è più una monarchia, e il potere non lo si eredita: lo si conquista. E poi lo si amministra. Sapendol
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.