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Visualizzazione dei post da giugno 30, 2024

Non solo in Francia, quei mal di pancia

Non basta l’inferno della banlieue per spiegare quell’inattesa corsa verso il precipizio in cui la Francia ha deliberatamente scelto di impegnarsi.  Non basta. Perché le medesime spinte suicide paiono oggi animare gli Stati Uniti d’America, figli anch’essi di quel medesimo pensiero illuminista che segnò in Francia la nascita dell’Età Contemporanea. Il mondo è alla vigilia di grandi cambiamenti, come lascia intendere il crescente scalpitare di Paesi un tempo invisibili, dalla Russia all’India, alla Cina.  Un ribollire non sempre sommesso smuove l’intero Occidente, dalla Sicilia alla Svezia, dalla California al Giappone. Alla radice del mutamento c’è la fine, nel mondo occidentale, di quella che è stata definita l’«Età Industriale», figlia di quel fulmineo cambio di passo del mondo che fu la Rivoluzione dell’Ottantanove, e da essa storicamente inscindibile.  Monarchie ed imperi non han mai sentito il bisogno di dar vita ad una grande industria. Han sempre vissuto di rendite, piuttosto c

Tornano i sanculotti

Vincono i sanculotti del Terzo Millennio. I desperados della banlieue e delle campagne francesi, immiseriti dalla fine della Rivoluzione Industriale, impreparati ed estromessi da qualsiasi moderna attività lavorativa, ignoranti, disadattati e insoddisfatti, dunque facile preda dei seguaci di quella Marie Le Pen erede della Vichy neonazista, oggi a libro paga della non meno nazista Russia di Putin.  Marie Le Pen ha vinto facile, contro la sofferente Destra di Macron e il mine(sini)strone populista che rimesta nella medesima pentola rimasugli paleosovietici, protestatari imbrattamuri d’ogni sorta, zombie duri a morire, saccheggiatori in gilet giallo, giovani portatori insani di bandiere di Hamas e dell’ISIS.  Butta male, in quella Francia culla dell’Illuminismo e patria di Montesquieu, da due secoli faro di libertà per il vecchio come per il nuovo mondo.  Butta male per un’Unione Europea costretta ad una pericolosissima battuta d’arresto nel sempre più urgente processo di integrazione