Quale sarebbe il vostro pensiero se il progettista di un edificio ecclesiastico e quindi l’impresa incaricata di costruirlo pretendessero poi di metter becco su quel che il prete debba o meno predicare in chiesa? O se un ingegnere musulmano o un costruttore induista fossero autorizzati ad esprimere una valutazione e un giudizio sulla qualità dei sermoni che un sacerdote cristiano porge in chiesa ai fedeli? Eppure è proprio di ciò che si parla, nel disegno di legge costituzionale attualmente in discussione alle Camere, volto a minare l’indipendenza della Magistratura dal Governo e dal Parlamento. Un progetto che prevede la definitiva separazione delle carriere tra magistrato inquirente e magistrato giudicante – già adesso limitata ad un solo possibile passaggio – e la sostanziale esautorazione degli organismi di controllo interni, sostituiti da un’Alta Corte esterna e sottratta alla presidenza del Capo dello Stato. Un disegno impropriamente definito «riforma della Giustizia», ma che i
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.