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Visualizzazione dei post da marzo 26, 2023

Meglio artificiale...

Se quella naturale consiste nell’illudersi che sia sufficiente un provvedimento amministrativo per arrestare un’evoluzione tecnologica che viaggia lungo il pianeta attraverso l’etere e la fibra ottica, cresce il sospetto che l’intelligenza artificiale non sia poi così tanto indietro rispetto al modello originario che si propone di imitare.  A pensar norme di tal fatta, come spegnere l’interruttore italiano di ChatGPT, son quelle medesime intelligenze paranaturali che credono di poter fermare i barconi per decreto, pur di non applicare le leggi già da tempo vigenti, o di inventarsi l'inesistente reato di rave , pur di non contestare i crimini già oggi punibili di occupazione abusiva, spettacolo non autorizzato, commercio illegale, evasione fiscale, mancato rispetto delle norme di sicurezza e via delinquendo, o di minacciare centomila euro di sanzione a chi eccede nell’uso di parole straniere, underdog e made in Italy inclusi. La ridicola inutilità del provvedimento antisoftware di

Inizia la pacchia

Che gli appalti nei lavori pubblici fossero carburante per ogni sorta di mafia e sottomafia, non meno di quanto l’energia e i rifiuti urbani lo siano per la ’ndrangheta , è cosa da tempo nota, come ben sanno le migliori imprese italiane, costrette da anni ad operare all’estero per manifesta impossibilità di vincere le gare bandite in patria.  Come mai potrebbe, in Italia, un’impresa con duecento dipendenti proporsi ad un prezzo più basso di quelle che ne han soltanto due, e talvolta neanche quelli: occupandosi soltanto di passare il lavoro ad altri in un giro infinito di subappalti? Sapendo di poter impunemente terminare in otto o dieci anni quel che un’impresa seria porterebbe a compimento in un mese? Le grandi società italiane han realizzato a tempo di record intere reti stradali, scuole, quartieri, metropolitane, ospedali in Marocco, in Grecia, in Kosovo, in Albania e in ogni parte del mondo, ma in Italia non possono neppure sperare d'esser chiamate a rappezzare un metro di marc

Gomme a terra salvano la Terra?

Si infoltisce la tassonomia delle sempre più numerose specie di fessi.  È apparso dal nulla a Bologna – città ormai sepolta sotto strati di scritte sui muri che in nulla l’hanno mutata, se non nell’aspetto: ieri salotto, oggi ripostiglio d’immondizia – un nuovo gruppo ambienterrorista, autoetichettatosi « Tyre Extinguishers »: raffinato gioco di parole che in dialetto non emiliano vorrebbe significare «sterminatori di pneumatici», in assonanza col più utile e innocente fire extinguisher , il rosso estintore che tante vite ha salvato.    L’ultima moda dei nuovi fessi nostrani è quella di sgonfiare le gomme dei cosiddetti SUV, ( Sport Utility Vehicle , che in corretto italiano suonerebbe come «utilitaria da diporto», meno fico che nell’anglico idioma) lasciando sotto il tergicristallo un volantino di brigatista memoria che tramite interminabile pippone accusa l’ignaro guidatore di seminare nell’aria polveri più o meno sottili, di trascinarsi dietro due tonnellate di «inutile ferraglia»,