Son tempi di guerra. Da sotto i cespugli compaiono gli uomini di guerra, in pieno assetto di guerra. Ed in America è subito Trump. Vecchio, ignorante, rancoroso, totalitario, violento, maleducato, irrispettoso, misogino, volgare, incapace di articolare un discorso compiuto, ma impaziente di mordere e combattere. Contro chi? Contro chiunque. Perché chi cerca lo scontro non sceglie l’avversario: gli si lancia addosso, chiunque esso sia, e lo azzanna. Come fa qualsiasi belva feroce. Col traballante Biden, è stato un vincer facile. Con Kamala, impastoiata dal dilagante woke ma ferma incarnazione della donna americana, più difficile. Ma infine è accaduto quel che nessun uomo di senno avrebbe osato prevedere (i mercati e gli investitori invece sì): la Casa Bianca dovrà per altri quattro lunghi anni sopportare il rumoroso e maleodorante ospite, ed il Pulsante Rosso ritrovarsi addosso il pruriginoso dito. Carburante della vittoria è stata come sempre la paura. Ci vogliono mille fessi per
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.