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Visualizzazione dei post da aprile 16, 2023

Roba da museo

Una settimana fa, con gran lungimiranza, dalle pagine del Corriere l’editorialista Goffredo Buccini metteva in guardia gli Italiani dalle insidie dell’imminente 25 Aprile, il primo alla presenza di un governo che faticosamente si sforza di tenere insieme le diverse anime – la nostalgica, l’avventurista, la faccendiera – di una destra ancora in cerca di rispettabilità: «Mai come il prossimo 25 Aprile dovremmo decidere se camminare con la testa girata all’indietro oppure guardando in avanti». Centro!  È il nocciolo della questione. Fare del 25 Aprile, oggi festa della Resistenza – o meglio di una risicata parte di essa, considerati i fischi che nei cortei puntualmente accolgono i partigiani delle Brigate Ebraiche – la celebrazione di quel processo fondante che ha consentito all’Italia di superare in un sol colpo l’esperienza fascista e quella monarchica, dando vita a uno Stato repubblicano nuovo di zecca.  Anche solo immaginare che i ministri dell’attuale governo possano oggi sfilare in

Animalrazzisti?

Il nostro supremo capo impiegò ben due giorni per disseminare nel mondo la sterminata moltitudine di specie animali celesti, acquatiche e terrestri, concludendo l’opera con quello che pensò potesse considerarsi il proprio capolavoro, e cioè l’essere umano.  Fatto ciò, vista la relazione di quasi parentela con quell’ultima creatura così amorevolmente foggiata a propria immagine e somiglianza, il sommo condottiero volle festeggiare l’evento donandogli pieni poteri sul pianeta Terra e su ogni cosa vivente. Poche idee, ma chiare: da un lato l’uomo, re del creato, dall’altro il creato, al suo servizio.      Molte idee, ma confuse, paiono al contrario albergare nel cranio dei sedicenti animalisti, che per meglio guadagnarsi un biglietto di terza classe per l’Inferno non soltanto ribaltano la verità della Genesi, anteponendo gli interessi animali a quelli dell’umanità, ma stilano un’ingiustificata graduatoria di valore tra animale e animale, sostanzialmente basata sulla stazza e sulla razza.

Dove incomincia l'Italia

L’annunciata restrizione dei permessi speciali di soggiorno – anomalia che ha consentito all’Italia di disapplicare per anni quei trattati di Schengen che regolano gli ingressi nell’Area – rischia di rivelarsi l’ennesima cannonata a salve di un governo uso ad aggirare le leggi scrivendone altre solo in apparenza più roboanti e severe, ma di fatto inapplicabili.  Così come il decreto rave impedisce di perseguire i reati minori che ne discendono, l’annunciato ridimensionamento dei permessi speciali rischia di finire impallinato dalla Corte Costituzionale per evidente conflitto col comma 3 dell’art. 10 che – solo in Italia – riconosce illimitato diritto d’asilo praticamente a chiunque: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». Con questa norma, anche un nababbo texano in fuga col suo aere