È magicamente riapparso sulle televisioni di Santa Madre Russia un filmato di quattro minuti che simula gli effetti di un bombardamento nucleare sulla città di Londra. L’autoerotismo dei volgari ubriaconi del Volga giunge al massimo nel veder scomparire in pochi secondi il contenuto di svariate edizioni di guide turistiche, da Buckingham Palace al Big Ben, da Westminster alla City, ma il godimento sale nel veder scorrere sullo schermo il bilancio finale della disfatta: 850.000 morti e 2.000.000 feriti. Sorvolando sulle prevedibili reazioni degli altri 6.000.000 di Londinesi scampati al massacro. Quel che i minacciosi cosacchi continuano a non voler considerare (o meglio: a non poterlo, richiedendo l’operazione una quantità almeno plurale di neuroni) è che la disfatta dell’Occidente sarebbe la fine anche per la Madre Russia, privata d’ogni Santità. Dove mai andrebbero a prendere, i Russi postnucleari, il cibo, le automobili, i televisori, i frigoriferi, le scarpe, le mutande e, giù gi
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.