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Visualizzazione dei post da ottobre 19, 2025

Le urlatrici

In principio furono le lavandaie, dirimpettaie su quei balconi dai quali stendevano. Non esistevano le asciugatrici, i telefonini attendevano d’essere inventati ed i telefoni fissi, lusso per pochi, erano di filo corto.  Poi ci pensò Sanremo, e le urlatrici – potenti emule degli urlatori, a loro volta seguaci del nuovo trend della musica americana, mossasi dalle luci soffuse dei night verso i fari accecanti dei grandi palcoscenici – incontrarono ben presto il favore del grande pubblico televisivo.  Popolari, non più popolane.  In politica, i toni alti son da sempre appartenuti agli arruffapopoli: quegli intimorati masanielli mandati in avanscoperta dai partiti per saggiare le reazioni dei pecoroni da comizio. Se piovevano applausi, gli agitatori eran messi da parte e prontamente sostituiti da più presentabili capoccia di partito. Se piovevano ortaggi, i mandanti lasciavano che ne fossero sommersi: meglio loro, dopotutto, che noi capoccia. A forza di mandarli in avanscop...