In principio furono le lavandaie, dirimpettaie su quei balconi dai quali stendevano. Non esistevano le asciugatrici, i telefonini attendevano d’essere inventati ed i telefoni fissi, lusso per pochi, erano di filo corto. Poi ci pensò Sanremo, e le urlatrici – potenti emule degli urlatori, a loro volta seguaci del nuovo trend della musica americana, mossasi dalle luci soffuse dei night verso i fari accecanti dei grandi palcoscenici – incontrarono ben presto il favore del grande pubblico televisivo. Popolari, non più popolane. In politica, i toni alti son da sempre appartenuti agli arruffapopoli: quegli intimorati masanielli mandati in avanscoperta dai partiti per saggiare le reazioni dei pecoroni da comizio. Se piovevano applausi, gli agitatori eran messi da parte e prontamente sostituiti da più presentabili capoccia di partito. Se piovevano ortaggi, i mandanti lasciavano che ne fossero sommersi: meglio loro, dopotutto, che noi capoccia. A forza di mandarli in avanscop...
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.