Pare brutto, in Italia, tener chiuso in carcere un criminale macchiatosi di sanguinosi delitti a capo di un’organizzazione eversiva? Pare brutto che non gli sia consentito comunicare con l’esterno per ricevere informazioni e dare ordini agli accoliti? Pare brutto non credere a uno «sciopero della fame» che, dopo cento giorni, vede lo scioperante non serenamente defunto ma anzi in perfetta forma, come testimonia il medico che lo ha visitato in cella? «È partito da un indice di massa corporea da obeso ed ora stiamo andando verso il sottopeso», ha dichiarato alla stampa il cardiologo. Se la lingua italiana non è un’opinione, «quasi sottopeso» dovrebbe significare « non ancora sottopeso e certamente non più sovrappeso». Come dire: in perfetto peso forma. E lo «sciopero della fame» – che sempre nella malvagia lingua italiana andrebbe inteso come «astensione dalla fame», non certo dal cibo – si è dunque risolto non in un lento suicidio, ma in un’efficacissima dieta. Guai però a raccontar
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.