Se nessuna repubblica parlamentare al mondo prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri, una ragione dovrà pur esserci. E consiste nel fatto che un governo elettivo sarà sempre e comunque, per sua stessa natura, al servizio di chi lo ha eletto, piuttosto che del bene comune della nazione. Quando nella Storia recente si è reso urgente e indispensabile procedere alla nomina di governi «tecnici» (per meglio dire: indipendenti) ciò è accaduto proprio perché l’interesse di parte (dei partiti) aveva momentaneamente preso il sopravvento sull’interesse collettivo, ponendo a serio rischio il futuro dell’Italia. Nessun governo «tecnico» sarebbe mai potuto nascere in presenza di un governo politico credibile, capace di ottenere la fiducia del Parlamento. Fiducia che la dilettantesca proposta di riforma istituzionale dell’attuale maggioranza si propone di forzare grazie ad un premio che regalerebbe il 55% dei seggi a quella lista che dovesse affermarsi nelle elezioni pol
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.