Mai come in questo caso il silenzio è d’oro. Per chi lo ha amato, è un atto di dovuto rispetto. Per chi lo ha odiato, non c’è peggior dispetto. Perché la sola cosa che poteva farlo imbestialire era l’indifferenza. Come una qualsiasi primadonna: amatemi, odiatemi, ma guardatemi e parlate/sparlate di me. Ora che il sipario è calato, è il tempo dei lunghissimi titoli di coda. Sulle sue e sulle altrui televisioni. Sui suoi e sugli altrui giornali. Mentre troppi già si scannano per spartirsene le spoglie, quelle monetarie e quelle politiche, salgono i titoli azionari con diritto di voto, antipasto di sanguinose battaglie per impadronirsi dei consigli di amministrazione, e lingue bavose e adulatrici si srotolano a caccia di orfani politici da arruolare in quei magri partitini che aspirano a diventarne eredi. La vita ha abbandonato Berlusconi, ma non la fortuna, che gli ha concesso di lasciare il mondo terreno sotto un governo amico, tra più o meno interessate lodi e con gli onori di un fu
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.