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Visualizzazione dei post da giugno 18, 2023

Bagliori di rivolta

Il film è appena ai titoli di testa, ma già si preannuncia avvincente. Prigozhin, capo delle truppe mercenarie Wagner che han sin qui combattuto agli ordini di Mosca in Ucraina, volta le spalle a Putin, inverte la rotta e muove verso il Cremlino occupando senza resistenza la città di Rostov.  Putin risponde blindando i centri del potere a Mosca e allestendo blocchi lungo i mille chilometri che li separano da Rostov. Si rivolge quindi alle truppe della Wagner invitandole a disertare e ad arrendersi alle forze armate a lui fedeli, promettendo ai pentiti la più totale immunità.  L’aria che si respira è quella di una guerra civile, evocata dallo stesso Putin con un esplicito richiamo al 1917, quando i bolscevichi «pugnalarono alle spalle» l’esercito russo impegnato nella Grande Guerra. Questi sinora i fatti, e nulla si può aggiungere, se non alcune considerazioni:  1) Prigozhin è un mercenario a capo di un esercito mercenario. Il quale per definizione combatte dalla parte di chi lo paga. L

Il punto sul MES

La preconcetta quanto tafazziana ostilità che trattiene il Parlamento italiano dal ratificare la riforma del MES, negandone i benefici agli altri Paesi aderenti, è insieme una certificazione di ignoranza, di egoismo di superbia, di masochismo e di profondo disprezzo dei nostri vicini. Se non di malafede. Il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM, nella denominazione ufficiale), è un trattato del tutto estraneo all’Unione Europea (riguarda i soli 19 Paesi dell’Eurozona), che dal 2012 offre a quegli Stati che incontrino una temporanea difficoltà a finanziarsi sul mercato la possibilità (non certo l’obbligo) di accedere sotto precise condizioni ad un aiuto economico. Si tratta insomma di una scialuppa di salvataggio: di uno strumento che nessuno si augurerebbe mai di dover utilizzare, ma che il solo fatto di averlo a bordo può rendere più tranquilla e serena la navigazione.  Ne han sin ora fatto uso soltanto Cipro, Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia. Quest’ultima, in particolare, ne

Fisica opposizione

Una vera maggioranza non nasce dalla somma di tante minoranze: una maggioranza è un organismo anche complesso, ma che parla con una voce sola.  Se le minoranze sono oggi tali, è perché il particolarismo delle rivendicazioni, la ristrettezza delle vedute, l’esclusivo legame con una realtà locale o qualsiasi altra oggettiva limitazione ha impedito ad esse di crescere ed affermarsi oltre una certa misura.  Pretendere di unire sotto una sola bandiera programmi politici talvolta opposti e contrari, come quelli portati avanti da atlantisti e antiatlantisti, progressisti e regressisti, eurofederalisti ed euroscettici, materialisti e spiritualisti, legalitari e criminali non soltanto è una missione impossibile: è anche inutile. Perché le distanze, magari tacitate e compresse durante la campagna elettorale, saranno infine destinate ad esplodere in quelle sedi istituzionali dove il molto che le allontana non potrà non aver la meglio sul poco che invece le avvicina.  Una vera maggioranza non si c

Gli attaccabrighe

Che il ruolo del perseguitato paghi, è materia che ogni forza di opposizione ben conosce.  Puntare il dito contro un «oppressore», vero o immaginario che sia, non può che suscitare nell’immediato la generale simpatia di chi per diversi motivi si senta «oppresso»: o perché lavora alle dipendenze di qualcun altro, o perché costretto a pagare le tasse («pizzo di Stato»?), o perché schiacciato da indebitamenti sproporzionati rispetto alle proprie possibilità.  Scaricare le colpe su qualcun altro è sempre più facile e appagante che non guardarsi allo specchio per esaminare e riconoscere le proprie.  Più difficile dovrebbe essere impersonare il ruolo di «oppresso» per una forza politica che il caso, la fortuna o la Storia han proiettato ai vertici del Paese, per giunta con una solida maggioranza sia al Governo che in Parlamento. Se nessuno sta più in alto di essa, dove si potrà mai scovare (o inventare) un «oppressore»? Pare impossibile, ma i ben addestrati italici piagnoni, gli albertisordi