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Visualizzazione dei post da gennaio 26, 2025

Panzane

Chiedi una spiegazione, arriva in risposta una panzana.  La prima? No: l’ennesima! Piccola? No: colossale! Una sola? No: tante! L’eco della vicenda Almasri non s’è ancora attenuata che già mille voci la rimbalzano, amplificandola. E la cosa curiosa è che ad attizzare il fuoco non è l’inconsistente opposizione parlamentare, ma la presidenza del Consiglio dei ministri. Quella che più dovrebbe darsi da fare per spegnerlo, piuttosto che gettar benzina nel tentativo di spostare il bersaglio dal pericoloso criminale libico in direzione di una non meglio precisata «magistratura»: termine che nel linguaggio degli opposti poteri raccoglie un po’ tutto: giudici, procuratori, cassazione, tribunali, avvocati e cancellieri, mescolando in un solo calderone le diverse competenze della Magistratura, del Parlamento, del ministro di Giustizia, degli ordini professionali, delle associazioni sindacali. L’ultima sparata – quindici minuti di teleinvettive urlate contro «alcuni giudici, fortunatamente po...

La buona musica

La Costituzione, spiegata in due righe ai ministri di fresca data: il Parlamento scrive lo spartito, il Governo lo esegue, la Magistratura fischia o applaude.  Scrivere la musica è compito del Parlamento, che in Italia si identifica con il popolo sovrano. La sola istituzione dello Stato eletta con suffragio universale.  Chiunque, s’intende, può comporre musica anche al di fuori del Parlamento: anche un bimbo che fischietta per strada. Ma spetterà comunque alle Camere il compito di stenderla in modo corretto sul pentagramma, così che qualsiasi orchestra possa fedelmente eseguirla.  L’orchestra, in Italia, è il Governo. Coi suoi ministri, ciascuno specialista del proprio strumento, e un direttore che li coordina e li armonizza.  I Governi non durano di regola più di cinque anni, le leggi restano talora invariate per secoli. Spetta all’orchestra dar vita alla partitura, animandola del gusto del tempo senza per ciò tradire le note che si susseguono sul rigo.  Se l’o...

Piccoli e neri

«Solo perché sono piccola e nera!»  È la quotidiana lagna di un Governo che, anziché tenere in ordine la casa (come popolazione chiede e Parlamento comanda), spende il proprio tempo alla ricerca di possibili e impossibili colpevoli del disordine. Scordandosi che, se anche la colpa fosse di qualcun altro, ogni responsabilità sarebbe comunque solo e soltanto sua. Per il sol fatto di aver espressamente chiesto ed accettato di assumersela.  Così, dopo giorni di frigni incrociati fra chiodi scaccia treni, giudici ferma navi ed ogni altro fantasioso nemico, stavolta nel mirino c’è finito nientepopodimenoché il medesimo presidente del Consiglio. Che sventolando in tivù un foglio erroneamente definito «avviso di garanzia» (in realtà la comunicazione di avvenuta trasmissione atti al tribunale competente: quello dei ministri) punta il dito prima contro i «giudici» (traduzione: la Magistratura, col malcelato fine di far cadere il Governo) e  quindi contro il querelante, tale avvocat...