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Visualizzazione dei post da luglio 23, 2023

Servizietto pubblico

C’era una volta «la» Televisione. Con tanto di iniziale maiuscola e articolo determinativo femminile singolare.  Singolare, perché singola: esisteva una sola Televisione, con un solo canale in bianco e nero. Neppure per tutto il giorno, ma solo alla sera. Unica eccezione: la «TV dei ragazzi», dalle 17:00 alle 19:30. Poi arrivava «Carosello», la sola forma di pubblicità allora consentita, travestita da minispettacolo e con assoluto divieto di mostrare superalcolici, tabacco, autovetture e altri strumenti di tentazione, quindi «il» telegiornale, poi qualche programma di inchieste, un quiz, un adattamento teatrale, un vecchio telefilm. Il film, vecchio anch’esso quanto basta, un sol giorno alla settimana: rigorosamente di lunedì, quando i cinema, quelli veri, ancora contavano gli incassi della domenica. Alle 23:00 sigla: «Fine delle Trasmissioni». E tutti a nanna.  La Televisione (quella con la «T» maiuscola) svolgeva effettivamente un servizio pubblico. Programmi come «Non è mai troppo t

Contronatura

Che la Natura sia da sempre la più fiera e temibile nemica dell’umanità, ne diede a suo tempo ampia dimostrazione in prosa e in versi il grande Recanatese.  Eppure, a dispetto delle vibranti quanto documentate arringhe di un Pubblico Ministero di tal peso, i banchi della Difesa si sono andati in tempi recenti affollando di avvocaticchi e legulei pronti ad accollarsi ogni responsabilità o colpa pur di salvar la ghirba ad una pur tanto crudele imputata.  — Non son certo colpa dell’innocente Natura — dicono costoro — catastrofi e pandemie, maremoti e terremoti, lebbra e colera. No! La colpa è dell’umanità, che con la sua azione (la Cultura) molesta le (naturali) attività dell’imputata. La cui innata bontà è dimostrata dal fatto che, popolando essa il Pianeta di tante piante ed animali, generosamente provvede alla sopravvivenza di chi vi abita.  Che ciò non sia vero, lo dimostra l’esistenza stessa della Morte, tragedia imprevedibile quanto definitiva e certa, espressamente progettata per p

C'era una volta la Russia

Col rublo in picchiata e un presidente non meno picchiato, la Federazione Russa bombarda a Odessa le chiese e le seconde case degli stessi Russi. Quelli che non possono più abbronzarsi a migliaia sulle sponde del Mar Nero, ma solo sbronzarsi, in casa propria, spaccando bottiglie di pessima Vodka. Quella buona, coi centotre rubli necessari per un euro, non possono più permettersela.  La vigliaccheria sarà il marchio di fabbrica che accompagnerà l’immagine dei Russi per i prossimi cent’anni: cacciatori di asili nido, ospedali, chiese, supermercati, condomini, scuole, oltre che di navi e treni carichi di grano. Dopo tutto, anche Hitler evitò a suo tempo di combattere contro i veri soldati: trovò assai più comodo rastrellare donne e bambini disarmati per poi affamarli, torturarli e ucciderli nei cambi di sterminio, radendone al suolo i luoghi di culto, le abitazioni, i quartieri. E tutto ciò senza un vero perché. Rincorrendo ieri il mito della Grande Germania e oggi quello della Santa Madr