Non esistono verità assolute, è vero, ma esistono verità relative. Eccome. Nessuno è legittimato a criticare il modo in cui una persona si veste o si pettina, ma se quella dovesse presentarsi a un ricevimento di nozze in ciabatte e bermuda, chiunque avrebbe pieno diritto di storcere il naso. Dopodiché la palla passerebbe al ciabattato, il quale potrebbe: a) abbandonare il ricevimento; b) insistere nel proprio comportamento, sicuro com’è che l’abbigliamento inappropriato sia quello degli altri, non certo il suo. È un reato penale scordarsi la cravatta a casa? No. Non lo è neppure presentarsi in jeans in un’aula parlamentare, o in chiesa con scollature ombelicali, o in barca con scarponi da montagna, o sul campo da golf senza colletto. Non è un reato penale. Si tratta di pura e semplice maleducazione, aggravata da un’ostentato disprezzo per il prossimo, prima ancora che per le regole. Peggio ancora se esibito da persone che sarebbero le prime ad inalberarsi se, giusto a caso, un bagn
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.