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Visualizzazione dei post da luglio 24, 2022

Il penultimo dei Mohicani

L’ultima stella ad abbandonare l’orbita spaziale è stata quella di Massimo Bugani, grillassessore a Bologna, già stretto collaboratore di Di Maio e Virginia Raggi.  Forse per motivi di rima, Bugani ha scelto di paracadutarsi in area Bersani, che rischia così di dover cambiar nome al gruppo: da Articolo 1 ad Articolo 2.  Ma il neo arrivato non ne fa una questione di numeri: «È un piccolo partito fatto però da idee chiare e limpide», confida al Corriere che lo ha intervistato. Una vicenda a prima vista marginale, quest’ennesima fuga per la non-vittoria, che si presta tuttavia ad alcune confortanti considerazioni.  
La prima è che ancora c’è chi fa politica per convinzione. Passando da una formazione piccola ad un’altra minuscola, nessuno potrà accusare questo eroico transfuga di aspirazioni carrieristiche. A meno che non si intenda etimologicamente per «carriera» quella strada ( carreira ) dove entrambi gli articoli rischiano di ritrovarsi in autunno.  La seconda è che tanta purezza d’an

Lezioni di pesca

Sono ormai duemilasettecentotrentasei anni che tra le nuvole del Paradiso ci fa compagnia un simpatico angelo che, sotto la dinastia Zhou, fu uno dei più abili pescatori dell’isola di Xiadaoniang, di fronte alla costa orientale della Cina.  Il pacifico Ming (questo era stato in vita il suo nome) conduceva un’esistenza sana ma semplice e sempre uguale, lontanissima dalle ricchezze e dai lussi che animavano la corte di Chengzhou, l'odierna Luoyang. L'umile Ming non aveva mai visitato quella splendida reggia, di cui forse neppure sospettava l’esistenza, ma un suo pensiero, che alcuni marinai forestieri orecchiarono per caso mentre dividevano con lui il pasto in una vecchia taverna sul molo, giunse di bocca in bocca là dove Ming in tutta la sua vita non sarebbe mai potuto arrivare: tra le possenti mura della città proibita, residenza dell’imperatore della Cina Orientale.  Attribuita dai posteri ora a Confucio (nato però duecento anni più tardi), ora al poeta Kuang Tsen, ora ai Gesu

Divergenze parallele

Più simili che dissimili fra loro ( di parte, ma non «partite» ) le indebolite forze politiche del nostro stivale vanno a caccia di alleanze. E pure di gran fretta.  Non certo perché smaniose di stringere nuove amicizie (meglio le inimicizie), ma perché a ciò costrette da un'orripilante legge elettorale che, sul modello Frankenstein, cuce insieme proporzionale e maggioritario, vecchi collegi e Camere smagrite, soglie minime variabili al bisogno e sottrazione del diritto di voto agli elettori.  La scadenza per la presentazione delle liste è il prossimo 22 Agosto e, prima ancora di carta e penna, si affilano i coltelli.  È tempo di riposizionamenti.  Non c’è partito che non rinneghi le vecchie amicizie per strizzar l’occhio alle nuove, ridonandosi perdute verginità mentre dipinge d’oro e di rosa gli improbabili scenari di future e progressive magnificenze. Pesa su tutto l’ingeneroso confronto fra tanta insipienza e tanta sapienza: quella di Draghi, che è vivo e lotta (non insieme a l