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Visualizzazione dei post da febbraio 2, 2025

Parole, parole, parole...

Gli uomini di cultura arricchiscono la lingua. Gli ominicchi la impoveriscono.  Il sogno di ogni letterato è una lingua capace di manifestarsi non soltanto nella ricchezza del vocabolario e della sintassi, ma anche nell’intonazione, nella gestualità. Forse più simile alla musica o al teatro, che non al parlato.  Il sogno di ogni ignorante è, all’opposto, quello di ridurre al minimo essenziale ogni sonorità necessaria per esprimersi. Il modello a cui egli si ispira è l’asino, che con minime varianti del medesimo raglio riesce a comunicare tanto la stanchezza che la fame, il dolore come la gioia.  Ora che gli asini han trovato la via per intrufolarsi nelle stanze del potere, anche il linguaggio della politica – che ispira quello delle televisioni e dei giornali, che a loro volta alimentano quello delle masse – si è in breve tempo degradato, coniugandosi in nuovi ragli ( pardon : nuove parole) che indicano non concetti od oggetti reali e determinati, ma insiemi evanescenti d...