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Visualizzazione dei post da giugno 19, 2022

Di parte, ma non partiti

Fra i tanti italici misteri che quassù ci affanniamo a interpretare e risolvere, uno in particolare rimane per noi assolutamente inspiegabile. I numeri ci dicono che il giornale quotidiano di gran lunga più venduto in Italia è anche il solo che possa definirsi certamente laico, certamente liberaldemocratico, certamente eurofederalista, certamente governativo, certamente moderato, certamente legalitario.  Verrebbe conseguentemente da pensare che questo sia l'orientamento politico della maggior parte degli Italiani, quanto meno di quella parte in grado di leggere e di scrivere. Pur tuttavia – e qui sta il mistero – è altrettanto vero che non esiste in Italia un solo partito che possa senza tema di smentita definirsi laico, liberaldemocratico, eurofederalista, governativo, moderato, legalitario.  Analizzando le posizioni pubblicamente dichiarate e privatamente non dichiarate dell'offerta partitica italiana, siamo giunti alla conclusione che tutti propugnano la medesima ideologia:

I (ri)belli e la bestia

Si è spaccato il centauro. Quell'essere incerto dal busto umano e dal corpo bestiale che è stato fino ad oggi il movimento ha finalmente fatto outing , mostrando senza vergogna al mondo la sua duplice natura.  La componente umana ha abbandonato quel corpo mostruoso per proseguire sulle proprie gambe un cammino di evoluzione e di maturazione già avviato all'interno delle massime istituzioni.  La parte equina continuerà a scalciare e ad agitar scompostamente la coda, ragliando ai quattro venti i propri eleganti vaffa : desiderosa di distruggere perché assolutamente incapace di costruire. Ora non resta che far la conta. Quei dieci apostoli che Di Maio sembrava aver raccolto intorno a sé, son già diventati una sessantina, ed altri pare se ne aggiungeranno. C'è chi festeggia la dissoluzione grillina e chi inneggia alla nuova strada intrapresa.  I soli a tacere sono gli aspiranti compari del piddì, novelli Ponzio Pilato che col pallottoliere in mano cercano di comprendere con qua

«Denazificare» Kaliningrad?

C'è un brandello di Russia conficcato nel bel mezzo dell'Unione Europea, tra Lituania e Polonia: un corpo estraneo che i confinanti vivono col medesimo entusiasmo che riserverebbero a un foruncolo fra le chiappe, o a un sassolone nelle scarpe, o a un'unghia incarnita.  Si tratta della regione russa di Kaliningrad: 15.125 kmq che ospitano circa un milione di abitanti, la metà dei quali residenti nell’omonima città un tempo tedesca (l’antica Könisberg), rasa al suolo e poi occupata dall’URSS nel 1945. La regione è affacciata sul mar Baltico per circa 150 km, confina a nord e ad est con la Lituania per circa 190 km e a sud con la Polonia per circa 205 km.  L'importanza strategica di questo straccio di territorio non consiste soltanto nella possibilità di mantenere una parte della flotta russa sul Baltico, ma anche nella posizione centrale rispetto all'UE, tenuta costantemente sotto mira da una delle più vaste stazioni missilistiche nucleari del Cremlino. Se questa zoll

Il complesso del centauro

I ripetuti scambi di cornate tra Giuseppi e Di Maio non sono che un'ulteriore manifestazione (di cui poco si sentiva il bisogno) dell'infantile ignoranza istituzionale e politica che anima il movimento fannullista-terrapiattista.  Esiste un confine invalicabile tra le istituzioni e la politica. Le prime detengono ogni potere, declinato nelle tre distinte varianti: legislativo , esercitato dal Parlamento; esecutivo , messo in atto dal Governo; giudiziario , amministrato dalla Magistratura. La politica, invece, non dispone di alcun potere e non ha altro ruolo se non quello di raccogliere le istanze di una parte (se si tratta di «partiti») dei cittadini per trasformarle in proposte politiche, ossia compiute e articolate proposte di legge.  La differenza tra un partito e un movimento, poi, consiste nel fatto che il primo inquadra le proprie proposte all'interno di una visione complessiva del mondo, il secondo porta invece avanti una o più proposte (il divorzio, l'eutanasia,

Il molesto ronzio dell'insetto

Quando Iddio nostro amato presidente il quinto giorno creò la Mosca, volle che essa fosse fastidiosa, piuttosto che pericolosa. L'uomo imparò inizialmente a sopportarla e in seguito a difendersene. Prima con gli scacciamosche, poi con gli insetticidi.  Per questo ci rende ilari osservare il moscone Medvedev, giullare capo alla corte moscovita, pretendere d'esser preso sul serio quando minaccia di fine prematura l'Occidente, e in particolare l'Unione Europea. Scordandosi d'esser stato creato insetto e non leone.  Il leone sonnecchia gran parte della giornata all'ombra degli alberi, sicuro che nessun altro suddito della foresta troverà il coraggio di turbarne la pennica. Poi, giunta l'ora di pranzo, sceglie la preda e se la mangia. Senza far troppo chiasso.   La mosca, invece, non riposa mai. Vola di continuo senza pace, attratta ora dal miele (il danaro di Putin?) ora dagli escrementi (i pensieri di Putin?), intenta in nessun altro miglior ufficio se non quel