Esistono diverse specie di fame. C’è la fame di cibo, che è la più facile da soddisfare: basta mangiar qualcosa, e si è subito sazi. C’è poi la fame di denaro, più difficile da placare. Eppure anch’essa ha un limite, oltre il quale è il medesimo arricchito a devolvere parte dei propri averi in beneficenza: un po’ per spegnere l’invidia dei morti di fame come lui, un po’ per limar la punta a quel coltello che ogni potenziale erede stringe tra le mani. C’è infine la fame di potere: questa sì, insaziabile. Non solo perché senza limiti su questa Terra, ma perché insinua nell’affamato l’illusione di potersi guadagnare una qualche vita eterna oltre la morte, di continuare ad esistere sotto forma di lapidi, statue, pagine di Storia, celebrazioni biografiche, intitolazioni di piazze e strade, narrazioni cinematografiche, citazioni illustri nei discorsi dei governanti che verranno. Ignorano, i poveretti, che i grandi personaggi consegnati alla Storia hanno il più delle volte disdegnato il p
423 anni dopo il primo arrivo in Paradiso, confinato su una nuvola periferica al numero 22.676, ho finalmente conquistato le ali di angelo di terza categoria, col diritto ad alloggiare nella più signorile Nuvola 37. Ed è da qui che vi scrivo, per ringraziare l'umanità che con le sue eterne stupidaggini allieta le giornate di noi alati. Senza di voi, non avremmo che noia eterna. Grazie a voi, invece, non mancano occasioni per ridere, arrabbiarci, sbeffeggiarvi. In una parola: per vivere.