Come è stato possibile?
Per un noto principio della Fisica, innanzitutto: un corpo che subisce una forza, reagisce con una forza uguale e contraria.
Una qualche reazione all’incontrollato avanzare della dittatoriale cultura woke era prevedibile, così come un contenimento dell’ingiustificata sete di rivincita di quelle minoranze etniche che abbattono statue considerate simbolo di antichi soprusi (ma è pur sempre da quelle prime presenze europee che sono nati i cinquanta Stati oggi confederati), come anche il contrasto di quell’immigrazione incontrollata un tempo facilmente integrabile ma oggi, dopo la fine dell’età industriale (1990), destinata a vagabondare per il Paese senza soldi, senza tetto e senza meta.
Ogni reazione è per definizione reazionaria. E indubbiamente reazionario sarà il governo del Pannocchia e dei bambolotti telecomandati di cui si è circondato. Questa è l’unica certezza.
Se Trump fosse un uomo, la cosa non dovrebbe preoccupare. Così, dopotutto, funziona la democrazia: quando il Paese sbanda troppo da una parte, emerge una forza uguale e contraria che lo risospinge verso la retta via. Ma il Pannocchia uomo non è. È invece un bambino capriccioso e ignorante, capace soltanto di strillare e pestare i piedi fino a che mamma e papà (la Nazione) non accorrono per coccolarlo e tranquillizzarlo. E, come tutti i bambini, è del tutto incapace, imprevedibile e bugiardo.
Ma i bambini crescono, osserverà qualcuno.
Solo se i genitori saranno in grado di educarli, risponderà qualcun altro.
Che ha fatto la Nazione per educare quella piccola peste? L’ha forse chiuso in camera senza cena per punirlo di marachelle come l’assalto al Campidoglio o le truffe fiscali? Manco per niente. L’ha perdonato e nuovamente accarezzato. E adesso si prepara a subirne ancora una volta i capricci.
Problemi loro? No. Problemi anche dei vicini di casa. A partire dai Paesi europei, istituzionalmente privi di un governo e di una politica estera condivisa.
Trump è dunque pericoloso?
Un bambino non può esserlo, se è circondato da adulti. Ma il Pannocchia, ben sapendolo, si è prudentemente circondato di bambini persino più stupidi e ignoranti di lui.
Ha dalla sua anche il Congresso. O meglio lo avrebbe, se tutti i Repubblicani la pensassero come lui. Ma così non è. Nel suo partito gli uomini sono più dei bambini, e per quanto faccia loro comodo che il baby divo del momento sia uno di loro, non per questo mancano di tenerlo d’occhio, qualora deviasse da quei princìpi fondamentali che li animano.
Trump è come tutti i bambini un bugiardo. Ma i bugiardi non sono di per sé pericolosi. Anzi: sapendo di avere a che fare con un bugiardo nessuno prenderà mai veramente sul serio quel che il Pannocchia sostiene e proclama. Tranne i fessi. Molto più pericolosi son quegli uomini di potere che, pur conoscendo la verità, la tacciono.
Un bugiardo vince solo quando gli avversari tentano di sconfiggerlo sparando panzane ancora più grosse. Come quella di definire Cristoforo Colombo un colonizzatore o di licenziare chi sul posto di lavoro si rivolge alle colleghe con pronomi al femminile o ai maschi con pronomi al maschile.
Un bugiardo non teme le altrui bugie. Di una sola cosa ha paura: della Verità. Quella è la sola arma in grado di stenderlo al suolo.
Per questo motivo ogni bugiardo mira in primo luogo al controllo di ogni mezzo di comunicazione, dai giornali al web, dal cinema alla televisione. Per questo la colonna vertebrale di ogni vera democrazia sono la libertà di stampa e il libero pensiero. Che in USA certamente non mancano.
Trump trascinerà il mondo in guerra?
Non necessariamente. Pur essendo un uomo di guerra, le uniche guerre che il Pannocchia è disposto a combattere son quelle che possano assicurargli un concreto ed immediato guadagno, a danno di avversari possibilmente molto più deboli e indifesi di lui. Come si addice ad ogni autentico vigliacco.
Il modello a cui il Pannocchia si ispira è quello del gangster di mafia. Ogni Italiano, osservando gli arredi delle case di Trump, sfarzosi quanto volgari e ineleganti, riconosce immediatamente lo stile degli zingari arricchiti o dei capimafia d’ogni regione: la volontà di significare nell’esteriore una ricchezza del tutto assente nell’interiore.
Non diversamente dal Pannocchia, anche il gangster ama circondarsi di persone inferiori, pagandone la fedeltà col medesimo strumento con cui paga quella (presunta) delle sue donne: col denaro. Ma in tal modo, senza accorgersene, del denaro diventa schiavo. Sa che senza denaro non avrà più né (falsi) amici né (false) amanti. Sa che senza denaro non sarà più niente. E per il denaro di conseguenza è pronto a tutto. Anche ad uccidere. Purché si tratti non di veri nemici, ma di persone deboli e indifese: il bottegaio che non paga il pizzo o il ragazzo che ha rivolto uno sguardo di troppo ad una delle sue prezzolate amiche.
Se Trump farà mai una guerra, sarà solo se potrà trarne un personale profitto, e contro avversari infinitamente più piccoli.
Il mondo può dunque dormire sonni tranquilli?
No. Perché l’altra caratteristica del babytrump è l’imprevedibilità. Un bambino ignorante e incosciente può far danni anche senza volerlo. Persino a se stesso, se scola una bottiglia di soda caustica scambiandola per una Pepsi. O a chi gli sta intorno, se frantuma in mille pezzi il soprammobile di pregio, o apre il gas in cucina, o appicca inavvertitamente il fuoco al tappeto nel salone.
Occorre esser vigili. I bambini vanno controllati. Sempre. Anche (e soprattutto) quand’essi credono di operare a fin di bene. Ma questo è il compito di ogni forza politica di opposizione degna di rispetto. Non l’accoccolarsi ai piedi di ogni minoranza, che è un giocar facile, ma far costantemente sentire il fiato sul collo alla maggioranza.
Fortunatamente per noi tutti, la presidenza dell’Unione non è un incarico a vita. Già fra due anni le elezioni di metà mandato, mentre rinnoveranno in parte la composizione del Congresso, diranno al mondo se quel bambino ha imparato quanto meno a reggersi in piedi e a farla nel vasetto, o se è rimasto quella bestiola urlante che toglie il sonno ai genitori, mangia a sbafo, sporca e fa danni per casa. E se sia finalmente giunto il momento di sculacciarlo.
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